{"mostre":[{"mostra":{"title":"Oltre lo spazio, oltre il tempo. Il sogno di Ulisse Aldrovandi","id":"1013671","data_inizio":"22/03/2024","data_fine":"21/07/2024","domain_id":"22","descrizione":"
Nata da un\u2019idea di Andrea Zanotti, Antonio Danieli, Roberto Balzani e Luca Ciancabilla, che ne firmano anche la curatela, la mostra dopo essere stata a Bologna arriva nella Capitale, dove si arricchisce di opere e contenuti provenienti dalle collezioni dei Musei Civici della Sovrintendenza Capitolina, in particolare dal Museo Civico di Zoologia, dalla Galleria d\u2019Arte Moderna e dalla Pinacoteca Capitolina.
\nLa mostra gravita intorno alla figura di Ulisse Aldrovandi (1522-1605), uno dei pi\u00f9 grandi scienziati della natura del suo tempo. Grazie alla sua straordinaria capacit\u00e0 di osservare, catalogare e conservare i reperti che la natura, nel corso del suo farsi, ha lasciato dietro di s\u00e9, Aldrovandi \u00e8 di fatto il fautore del moderno museo di Storia Naturale, un luogo di memoria e conoscenza, in cui si sedimenta il fondo ancestrale delle nostre origini.
\nL\u2019opera del naturalista bolognese, tuttavia, non \u00e8 proiettata solo verso il passato: la sua capacit\u00e0 fantastica, perfettamente incarnata da quello che pu\u00f2 essere considerato il suo scritto pi\u00f9 sorprendente, la Monstrorum Historia \u2013 un trattato universale sui mostri e altri prodigi sovrannaturali \u2013 colloca l\u2019opera dell\u2019Aldrovandi oltre il tempo e sulla soglia di un mondo altro. Il potere dell\u2019immaginazione apre le porte al futuro, a mondi mai, o non ancora, esistiti. Ulisse Aldrovandi incarna, dunque, due anime: quella di scienziato, osservatore di una realt\u00e0 che \u00e8 gi\u00e0 stata, e quella dell\u2019artista, che immagina e d\u00e0 forma a ci\u00f2 che sar\u00e0, spingendosi, come far\u00e0 secoli dopo la fantascienza, a svelare scenari destinati, col progredire della scienza, a trasformarsi in realt\u00e0.
\nI visitatori hanno nuove opportunit\u00e0 di esplorazione, rinnovando il connubio inconsueto e originale, tra reperti e oggetti delle collezioni museali bolognesi e romane, exhibit tecnico-scientifici immersivi e interattivi prodotti in originale da Fondazione Golinelli, quadri di diverse epoche di Bartolomeo Passarotti, Enrico Prampolini, Virgilio Marchi e Mattia Moreni, opere d\u2019arte \u2013 dipinti, sculture e installazioni \u2013 di Nicola Samor\u00ec. In mostra anche oggetti, strumenti, video e immagini provenienti dall\u2019Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF-OAS di Bologna e INAF-IAPS di Roma) e dall\u2019Agenzia Spaziale Europea, che esprimono una visione unitaria della cultura e dell\u2019alleanza tra arte e scienza, qui riproposta al pubblico in un percorso di ricerca tra passato e scenari futuribili.
\nLA MOSTRA
\n\u00c8 introdotta da un\u2019anticamera che mira a riconnettere i visitatori con l'edizione precedente di Bologna, creando un'ideale connessione tra le due. Attraverso elementi multimediali e la fruizione nel metaverso del gemello digitale dell\u2019edizione bolognese i visitatori potranno rivivere l'esperienza allestita nel centro Arti e Scienze di Bologna, contestualizzando il progetto e creando un senso di continuit\u00e0 tra l'edizione passata e quella attuale della mostra.
Il percorso prosegue poi con l\u2019ingresso dell\u2019umanit\u00e0 nella Storia, il momento che sancisce l\u2019inizio di tutto il conoscibile e l\u2019origine dell\u2019uomo come essere senziente. Il compito di accogliere i visitatori \u00e8 affidato ad alcune sculture di Nicola Samor\u00ec, artista di fama internazionale, per proseguire inoltrandosi nell\u2019epoca della rivoluzione scientifica, una tappa cruciale che apre le porte della modernit\u00e0 e delle infinite possibilit\u00e0 che conoscenza e immaginazione, arte e scienza, offrono all\u2019uomo. Lo spirito del tempo \u00e8 perfettamente incarnato dalla figura di Aldrovandi, del quale si potr\u00e0 esplorare, la ricostruzione del suo studio \u201cideale\u201d. I visitatori possono ammirare in una sorta di wunderkammer alcune mirabilia provenienti dalle collezioni dei Musei scientifici del Sistema Museale di Ateneo dell\u2019Universit\u00e0 di Bologna, arricchiti dall\u2019apporto della collezione di Zoologia, sede della mostra. Le sue tavole acquerellate e la sua celebre opera Monstrorum Historia, dialoga con quadri d\u2019epoca e opere contemporanee a sfondo naturalistico, evidenziando il rapporto simbiotico tra scienza e arte.
\nIl pubblico \u00e8 condotto poi nel futuro, nelle nuove e recenti frontiere interplanetarie raggiunte dall\u2019uomo, proiettato ormai verso i confini dell\u2019universo e della conoscenza. In questa sezione i visitatori hanno modo di sperimentare:
\nUna seconda wunderkammer, speculare rispetto a quella aldrovandiana, rappresenta, da questa prospettiva, una finestra sul passato: quali cose l\u2019uomo dovr\u00e0 portare con s\u00e9 a memoria dell\u2019umanit\u00e0, della natura e della vita sulla Terra?
\nNel corso della visita il pubblico \u00e8 condotto nella storia dell\u2019esplorazione di Marte con materiali e contributi dell\u2019INAF, l\u2019Istituto Nazionale di Astrofisica con modelli 3D del pianeta rosso e rocce terrestri analoghe a quelle marziane.
\nIl percorso si conclude con una domanda aperta: \u00e8 la fine dell\u2019essere umano o l\u2019inizio di un nuovo umanesimo?
\nMolti sono gli interrogativi sul destino dell\u2019umanit\u00e0 e sul futuro dell\u2019esistenza, che bene si incarnano nelle perturbanti deformazioni scultoree di Nicola Samor\u00ec che chiudono il percorso.
\n","orario":"Dal 22 marzo al 21 luglio 2024
\ndal marted\u00ec alla domenica 9.00-19.00
\nultimo ingresso un'ora prima della chiusura
\nGiorni di chiusura: luned\u00ec, 1 maggio
CONSULTA SEMPRE LA PAGINA AVVISI prima di programmare la tua visita al museo
\n","informazioni2":null,"informazioni":"060608 (tutti i giorni 9.00 - 19.00)
\nProgetto espositivo e curatela
\nAndrea Zanotti, Antonio Danieli, Roberto Balzani e Luca Ciancabilla
Promossa da
\nRoma Capitale, Assessorato alla Cultura - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali
Prodotta da
\nFondazione Golinelli e SMA - Sistema Museale di Ateneo, Alma Mater Studiorum - Universit\u00e0 di Bologna
Realizzata in collaborazione con
\nINAF \u2013 Istituto Nazionale di Astrofisica
Supporto organizzativo
\nZ\u00e8tema Progetto Cultura
Un progetto espositivo frutto della sinergia scientifica tra la Fondazione Golinelli e SMA-Sistema di Ateneo Alma Mater Studiorum, Universit\u00e0 di Bologna.
\n","biglietti_ingresso":"Consulta la pagina\u00a0Biglietti
\n","acquisto online":null,"accesso disabili":null,"Sito web di riferimento":null,"giorni_chiusura":null,"organizzazione":null,"email":null,"gallery":"1014359","gratis":"0","gratis_con_la_mic":"0"}},{"mostra":{"title":"Giuseppe Primoli e il fascino dell'Oriente","id":"1013660","data_inizio":"15/03/2024","data_fine":"08/09/2024","domain_id":"13","descrizione":"Si parte dal concetto di orientalismo ed esotismo presso la famiglia Bonaparte-Primoli, dal loro rapporto con l\u2019Oriente vicino e lontano o, meglio, con i \u201cmolti Orienti\u201d favoleggiati e vagheggiati dagli europei del tempo.
\nIn occasione dell\u2019esposizione sono visibili documenti, fotografie, libri, oggetti e manufatti di gusto, tema o manifattura orientale provenienti dalla Fondazione Primoli e dalla collezione del museo, tra i quali riveste un ruolo di primo piano il ventaglio con scene giapponesi dipinto da Giuseppe de Nittis a Parigi intorno al 1880 per la principessa Mathilde Bonaparte.\u00a0
\nFiore all\u2019occhiello della mostra, l\u2019esposizione di quattordici kakemono \u2013 rotoli \u00a0dipinti in carta o stoffa \u00a0della tradizione giapponese \u2013 appartenuti al conte Primoli. Si tratta di un nucleo dall\u2019importante valore documentario, oltrech\u00e9 storico artistico, la cui peculiarit\u00e0 risiede anche nell\u2019abitudine del conte di chiedere ai frequentatori del suo salotto di utilizzare gli spazi non dipinti dei kakemono per firmare e scrivere pensieri, poesie, frasi... Nei kakemono compaiono quindi componimenti autografi, firme e dediche di letterati francesi - tra cui Zola, Claudel, Valery, Loti, Anatole France - di poeti provenzali, di autori e interpreti di opere teatrali o di esponenti delle case reali d\u2019Europa.\u00a0
\nConclude il \u201cviaggio\u201d espositivo la sezione dedicata al mirabolante Grand Tour fotografico di Luigi Primoli in India.
\n","orario":"Dal 15 marzo all'8 settembre 2024
\nDa marted\u00ec a domenica ore 10.00 - 18.00.
\nUltimo ingresso ore 17.30
060608 (tutti i giorni 9.00 - 19.00)
\nMostra a cura di
\nElena Camilli Giammei, Laura Panarese, Marco Pupillo
Promotori
\nRoma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali\u00a0
Organizzazione
\nZ\u00e8tema Progetto Cultura
Progetto Scientifico a cura di
\nSovrintendenza Capitolina ai beni culturali
In occasione della mostra sul collezionismo in Italia di arte giapponese tra XIX e XX sec., il Museo Napoleonico propone una mostra tematica sull\u2019interesse del conte Giuseppe Primoli per l\u2019arte del Giappone e, pi\u00f9 in generale del continente asiatico.
\n","biglietti_ingresso":"gratuito
\n","acquisto online":null,"accesso disabili":null,"Sito web di riferimento":null,"giorni_chiusura":"Lun","organizzazione":null,"email":null,"gallery":"1014047","gratis":"1","gratis_con_la_mic":"0"}},{"mostra":{"title":"Danilo Quintarelli. La pelle del tempo","id":"1013681","data_inizio":"07/03/2024","data_fine":"21/04/2024","domain_id":"17","descrizione":"Le numerose trasformazioni subite dal palazzo nel corso dei secoli sono qui rievocate da una serie di dipinti che ricalcano le sovrapposizioni delle superfici murarie, la \u201cpelle\u201d della struttura architettonica, e da un video realizzato a quattro mani dall\u2019autore col videoartista Andrea Maioli (Kanaka Studio), sulla base di alcune foto di Quintarelli.
\nDanilo Quintarelli nasce ad Avellino nel 1989. Il suo primo approccio all\u2019arte avviene in et\u00e0 scolare tramite il writing; parallelamente si appassiona alla fotografia, interesse che lo porter\u00e0 poi a iscriversi all\u2019Accademia di Belle Arti di Napoli, dove si diploma nel 2015. Durante gli anni di studio approfondisce tematiche e autori che condizioneranno il suo lavoro: il rapporto dei surrealisti con l\u2019irrazionale, il cinema \u201cistintuale\u201d di David Lynch, la ricerca notturna di Antoine D\u2019Agata e Francis Bacon e la religiosa astrazione di Mark Rothko. Espone per la prima volta le sue foto nel 2014 in occasione del Festival Internazionale di Arti Digitali \u201cFlussi Media\u201d di Avellino. Nel 2017, sempre ad Avellino, partecipa alla collettiva Dialoghi presso il centro culturale \u201cL\u2019Approdo\u201d. Nel 2019 la sua prima personale, Dietro lo Specchio, presso lo spazio \u201cNaima, La libreria di Ludovico\u201d di Montemiletto (AV). Allontanandosi gradualmente dalla fotografia, si concentra sulla pittura, intesa come tramite di comunicazioni inconsce. Nel 2021 si trasferisce a Roma, dove la sua ricerca pittorica continua. Nel 2022 partecipa a Palermo alla collettiva Ex Voto \u2013 artisti per Santa Rosalia, a cura di Andrea Guastella, e nel 2023 espone a Roma presso la galleria-laboratorio \u201cArtSharing\u201d con la mostra Morfogenesi, a cura di Penelope Filacchione.
\n","orario":"Dal 7 marzo al\u00a0 21 aprile 2024
\nDal marted\u00ec al venerd\u00ec ore 10.00 - 16.00 \u00a0
\nIl sabato e la domenica ore 10.00 - 19.00
\nUltimo ingresso mezz'ora prima della chiusura
Tel. 060608 (tutti i giorni ore 9.00 - 19.00)
\nPromossa da
\nRoma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali
\nOrganizzazione
\nAssociazione Aurea Phoenix APS
\nSupporto organizzativo e servizi museali
\nZ\u00e8tema Progetto Cultura
\nA cura di
\nAndrea Guastella
Il progetto ripercorre l'identit\u00e0 storica e le trasformazioni dell'edificio dell'Aranciera di Villa Borghese attraverso una serie di dipinti che ricalcano le sovrapposizioni delle superfici murarie, la \"pelle\" della struttura architettonica, interpretandone le et\u00e0 della sua vita.
\n","biglietti_ingresso":"Gratuito
\n","acquisto online":null,"accesso disabili":null,"Sito web di riferimento":null,"giorni_chiusura":"Lun","organizzazione":null,"email":null,"gallery":"1014276","gratis":"1","gratis_con_la_mic":"0"}},{"mostra":{"title":"Giacomo Matteotti. Vita e morte di un padre della Democrazia","id":"1013689","data_inizio":"01/03/2024","data_fine":"16/06/2024","domain_id":"12","descrizione":"L\u2019esposizione ripercorre la vita del leader socialista, deputato e segretario del Partito Socialista Unitario (Psu), dagli esordi giovanili all\u2019affermazione nazionale, dalle battaglie per la democrazia all\u2019opposizione al fascismo, di cui aveva compreso fra i primi la natura totalitaria, fino al brutale omicidio perpetrato dal regime mussoliniano.
\nCon la profonda dignit\u00e0 e l\u2019alto senso civico dimostrati in un tragico momento della nostra storia, Matteotti \u00e8 diventato l\u2019archetipo dell\u2019avversario tenace e incorruttibile del fascismo. Un esempio il suo, animato da un solido imperativo morale e da un forte slancio civile, che ancora interroga la vita politica e culturale del nostro Paese.
\nForte dell\u2019autorevolezza delle istituzioni coinvolte e ricca di materiali inediti, la rassegna annovera documenti originali \u2013 con particolare riferimento agli atti istruttori e giudiziari, mai mostrati in precedenza, che sostanziano il percorso interpretativo \u2013 tra fotografie, manoscritti, oggetti, libri d\u2019epoca, articoli di giornali e riviste, filmati e documentari, opere d\u2019arte, sculture, ceramiche, quadri, nonch\u00e9 brani musicali dedicati al leader politico.
\nL\u2019esposizione \u00e8 suddivisa in quattro sezioni, che ripercorrono la vita di Matteotti e il drammatico passaggio dallo Stato liberale alla dittatura fascista.
\nLa sezione Il giovane Matteotti registra l\u2019impegno in Polesine a favore di braccianti e mezzadri, la carriera accademica, l\u2019attivit\u00e0 pubblicistica per \u201cLa Lotta\u201d, l\u2019adesione al Partito Socialista.
\nQuella sull\u2019Impegno politico nazionale 1919-1924, ne distingue l\u2019attivit\u00e0 parlamentare, l\u2019azione politica contro il fascismo, considerato da subito un pericolo mortale per le istituzioni democratiche, e gli squadristi, intesi quale \u201cguardia bianca\u201d degli interessi agrari e dei \u201ccollaborazionisti\u201d, in seno al neonato Psu di cui \u00e8 segretario.
\nLa sezione Sequestro e morte 1924-1926, partendo dall\u2019affermazione alle elezioni del 1924 del Psu quale partito pi\u00f9 forte della sinistra, include il celebre discorso del 30 maggio 1924 in Parlamento contro i brogli e le violenze dei fascisti, fino al sequestro di cui fu vittima il 10 giugno 1924 a Roma, all\u2019assassinio, al ritrovamento del cadavere il successivo 16 agosto e al processo-farsa di Chieti.
\nInfine la sezione Il mito di Matteotti, focalizza il lascito fattuale e ideale del politico, dalle commemorazioni alle Brigate Matteotti fino alla perdurante residenza nell\u2019immaginario collettivo perch\u00e9, come lui stesso ebbe a dire: \u201cUccidete me, ma l\u2019idea che \u00e8 in me non la ucciderete mai\u2026 La mia idea non muore\u201d.
\nL\u2019intento della mostra \u00e8 quello di restituire al grande pubblico il valore di uno dei padri della nostra democrazia e di far conoscere alle nuove generazioni, con approfondimenti multimediali, iniziative formative e linguaggio immediato, un politico e intellettuale di notevole valore.
\n\u201cGiacomo Matteotti. Vita e morte di un padre della democrazia\u201d \u00e8 corredata dal catalogo edito da Treccani che, recependo contributi iconografici inediti e preziose testimonianze, contempla origini, attivit\u00e0 ed epilogo di un martire dell\u2019antifascismo votato alla libert\u00e0.
\n","orario":"dal 1\u00b0 marzo al 16 giugno 2024
\ndal marted\u00ec alla domenica ore 10.00-19.00
\nUltimo ingresso un'ora prima della chiusura
\nGiorni di chiusura
\nLuned\u00ec, 1 maggio
CONSULTA SEMPRE LA PAGINA\u00a0AVVISI\u00a0prima di programmare la tua visita al museo.
\n","informazioni2":null,"informazioni":"Promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali
\nA cura di Mauro Canali con la direzione e il coordinamento generale di Alessandro Nicosia
\nOrganizzata e prodotta da C.O.R. Creare Organizzare Realizzare con l\u2019Associazione culturale Costruire Cultura,
\nCon il supporto organizzativo di Z\u00e8tema Progetto Cultura
\nSotto il patrocinio del Ministero della Cultura, con la presenza di Banca Ifis in qualit\u00e0 di main partner, con il contributo di Camera di Commercio di Roma e la partecipazione di Archivio Storico Luce, Rai Teche, Fondazione Pietro Nenni e AAMOD \u2013 Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico.
\nLa mostra si pregia, inoltre, degli importanti prestiti di Fondazione Pietro Nenni, Archivio di Stato di Roma, Archivio Centrale dello Stato, Archivio Storico della Camera dei Deputati, Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, Accademia dei Concordi, Archivio Marco Steiner.
\n","tipologia":"Mostra","parole_chiave":null,"nome_sito":"Museo di Roma","immagine":{"src":"https://museonapoleonico.it/sites/default/files/styles/thum_app_lista/public/f_mostraevento/MiC%20Evento%20Giacomo%20Matteotti.jpg?itok=O30LkNMd","alt":""},"sottotitolo":null,"abstract":"In occasione del centenario della morte, la mostra rende omaggio al deputato e segretario del Partito Socialista Unitario Giacomo Matteotti, figura centrale per la storia del \u2018900, ripercorrendone la vita, il cammino politico e la drammatica fine.
\n","biglietti_ingresso":"Biglietto di ingresso secondo la tariffazione vigente
\nBiglietto ridotto SOLO mostra per i possessori di MIC card
I Miaz Brothers, i fratelli Roberto (1965) e Renato (1968) da anni impegnati sul tema della percezione e sulla relazione fra realt\u00e0 e immaginazione, approdano alla Galleria d\u2019Arte Moderna con un progetto espositivo concettuale in cui il loro approccio sperimentale alla ritrattistica si confronta per la prima volta in diretta con i grandi Maestri del Novecento presenti nella collezione d\u2019arte pubblica della GAM.
\nL\u2019esposizione, la prima di un percorso artistico e culturale che la Sovrintendenza Capitolina intende proporre per celebrare il centenario dell\u2019istituzione della Galleria d\u2019Arte Moderna (1925- 2025), nasce dall\u2019incontro tra alcuni capolavori della Gam e il linguaggio artistico dei Miaz Brothers. Un progetto espositivo con circa 60 opere totali, in cui lo spettatore diventa elemento attivo all\u2019interno di un gioco di rimandi, omaggi, richiami, tutti incentrati sui meccanismi di percezione o meno della realt\u00e0. La coppia di artisti fratelli \u00e8 stata infatti chiamata a cimentarsi nella reinterpretazione dei grandi maestri della collezione capitolina (e non solo) attraverso uno stile ritrattistico innovativo, in cui i soggetti originali, riconoscibili nei tratti principali, appaiono fuori fuoco.
\nI Miaz Brothers sono da anni impegnati sul tema della percezione e sulla relazione fra realt\u00e0 e immaginazione e la mostra Reality: Optional. Miaz Brothers con i Maestri del XX secolo risulta un loro punto di arrivo importante.
\nDurante il loro processo creativo, i due artisti si sono ispirati direttamente \u2013 o indirettamente secondo i casi \u2013 ad alcuni capolavori del museo, focalizzando in particolare l\u2019attenzione creativa sul tema, oggi molto sentito e dibattuto, della \u201cpost-verit\u00e0\u201d.
\nCon Post-truth s\u2019intendono in particolare quelle notizie che, seppur false, vengono credute vere da un numero significativo di persone, valutandole sulla base delle proprie emozioni e pregiudizi, senza dare credito a fatti e dati oggettivi che perdono cos\u00ec di significato e importanza. In questo modo la manipolazione si realizza attraverso il linguaggio che i due artisti trasformano in arte tramite un percorso ormai ventennale incentrato sulla percezione e sulla relazione fra realt\u00e0 e immaginazione, visibile e invisibile. Le loro immagini, quindi, non sono mai predeterminate, non c\u2019\u00e8 una verit\u00e0 che deve essere rivelata, in modo che la realt\u00e0 resti aperta e inafferrabile.
\nPer l\u2019arte dei Miaz Brothers le associazioni e le interpretazioni degli osservatori sono fondamentali perch\u00e9 contribuiscono alla definizione dell\u2019opera stessa in un continuo scambio fra artista e pubblico, all\u2019interno di un viaggio immersivo nel regno della percezione della cultura del Novecento. A loro volta, gli artisti e i curatori si rivolgono con la medesima forza allo spettatore con la volont\u00e0 di stimolarlo a interrogarsi sul proprio sguardo e sulle immagini che gli vengono presentate.
\nQuesto lungo processo di trasmissione e di ricerca passa attraverso quattro distinte sezioni che compongono il percorso espositivo.
\nSi comincia con OLD MASTERS, in cui i due fratelli si rivolgono direttamente ai capolavori della storia dell\u2019arte per rileggerli attraverso la tecnica della sfocatura che, mai come in questo caso, rappresenta il filtro ideale verso qualcosa lontano da loro e dall\u2019attualit\u00e0. In confronto/scontro con loro sono alcuni dei capolavori della collezione capitolina: da Giacomo Balla a Camillo Innocenti, da Auguste Rodin a Bruno Saetti e Adolf Wildt.
\nSi passa, poi, alla sezione FAKE DUETS, in cui alcuni ritratti femminili della collezione come il Ritratto di Annina Levi della Vida (1930-1940) di Giacomo Balla e la Ragazza alla finestra (1935) di Contardo Barbieri, scelti perch\u00e9 considerati pi\u00f9 affini alla realt\u00e0 pittorica dei due artisti, entrano in contatto con la loro maniera riproduttiva caratterizzata dall\u2019uso dell\u2019aerografo e dalla riproduzione fuori fuoco.
\nA seguire, nella terza sezione, BLURRED PERSONALITIES, sono esposti una serie di ritratti in bianco e nero in cui i confini del volto sono deformati mentre altri presentano porzioni del viso cancellate tramite pittura bianca. Anche in questo caso le opere originali dei Miaz Brothers si affiancano alle fonti di ispirazione provenienti dal museo attraverso le opere di Renato Guttuso, Carlo Levi, Mario Sironi, Antonio Mancini e altri. E proprio di Antonio Mancini \u00e8 presente in questa sezione il suggestivo e poco noto ritratto femminile del primo ventennio del XX secolo, Figura in giardino.
\nLa Spagnola, arrivato eccezionalmente per questo confronto con l\u2019arte dei Miaz Brothers grazie alla collaborazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni.
Dai maestri del passato a quelli pi\u00f9 recenti. Nell\u2019ultima sezione NEW TREND AND EXPERIMENTS, il gioco di ispirazione visuale si porta a un livello pi\u00f9 ampio: nelle opere dei due fratelli artisti, appaiono figure femminili nude e sfocate, che ammirano di spalle alcuni capolavori dei grandi dell\u2019arte contemporanea come Warhol, Hirst, Lichtenstein. A specchiarsi con loro altre opere della collezione Gam con maestri del \u2019900 come Giacomo Balla, Adolfo De Carolis, Filippo De Pisis, Ferruccio Ferrazzi, Mario Mafai, Giorgio Morandi, Luigi Spazzapan, a loro volta fonte di ispirazione per gli stessi artisti contemporanei evocati nei quadri dei Miaz Brothers.
\n\nUn\u2019attenzione particolare \u00e8 stata dedicata all\u2019accessibilit\u00e0: per le persone con disabilit\u00e0 visiva \u00e8 stato progettato un percorso dedicato, dotato di disegni a rilievo e relative audiodescrizioni, con traduzioni in braille a cura dell\u2019Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti \u2013 Sezione Territoriale di Roma \u2013 Ets. Sono inoltre disponibili visite tattili gratuite, guidate da operatori specializzati.
\n\u00a0
\u00a0
\n","orario":"Dal 24 febbraio al 26 maggio 2024
\ndal marted\u00ec alla domenica ore 10.00 - 18.30
\nultimo ingresso un'ora prima della chiusura
Tel 060608 tutti i giorni 9-19
\nPromotori
\nRoma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali
\nIn collaborazione con
\nWunderkammern
\nA cura di
\nClaudio Crescentini, Wunderkammern
\nCatalogo
\nSilvana Editoriale
\nSponsor tecnico
\nBIG \u2013 Broker Insurance Group
\nOrganizzazione\u00a0
\nZ\u00e8tema Progetto Cultura e Wunderkammern
Le opere originali dei due artisti dialogano con i grandi capolavori della collezione per indagare sui fenomeni di percezione e interpretazione da parte degli spettatori.
\n","biglietti_ingresso":"Consultare la pagina:\u00a0Biglietti
\n","acquisto online":null,"accesso disabili":null,"Sito web di riferimento":null,"giorni_chiusura":"Lun","organizzazione":null,"email":null,"gallery":"1014180","gratis":"0","gratis_con_la_mic":"1"}},{"mostra":{"title":"UKIYOE. Il Mondo Fluttuante. Visioni dal Giappone","id":"1013684","data_inizio":"20/02/2024","data_fine":"23/06/2024","domain_id":"12","descrizione":"Letteralmente traducibile come \u201cimmagini del mondo fluttuante\u201d, si tratta di un genere pittorico nato in epoca Edo (1603-1868) che include rotoli da appendere e da srotolare tra le mani, ma anche paraventi di grande formato, dipinti a pennello su seta o carta, oltre a stampe realizzate in policromia con matrice in legno su carta.
\nQuello che si ricava dalla mostra \u00e8 una panoramica dei circa duecentocinquant\u2019anni sotto il governo militare dei Tokugawa, un lungo periodo di pace segnato da grandi cambiamenti sociali, economici ed artistici che si chiuse con la riapertura forzata del Paese agli scambi con le potenze occidentali a partire dalla met\u00e0 dell\u2019Ottocento e la Restaurazione Meiji che riport\u00f2 al centro del potere l\u2019Imperatore.
\nSono rappresentati i pi\u00f9 importanti maestri dell\u2019ukiyoe, oltre 30 artisti, a partire dalle prime scuole Seicentesche come la Torii fino ai nomi pi\u00f9 noti di Kitagawa Utamaro, Katsushika Hokusai, T\u014dshusai Sharaku, Keisai Eisen e alla grande scuola Utagawa con Toyokuni, Toyoharu, Hiroshige, Kuniyoshi, Kunisada che rappresent\u00f2 l\u2019apice e forse anche il dissolvimento del genere quando i tempi stavano ormai cambiando.
\nLa tecnica dell\u2019ukiyoe, importata dalla Cina, implement\u00f2 la diffusione di immagini e libri permettendo una produzione in serie grazie anche al talento degli artisti ingaggiati. La produzione di stampe, infatti, rappresent\u00f2 un vero e proprio mercato, tantissimi furono gli artisti e i professionisti, tra pittori, intagliatori, stampatori, calligrafi, che lavoravano in atelier sotto la direzione di un editore il quale sosteneva economicamente il progetto, sceglieva artisti e soggetti, e immetteva le opere sul mercato.
\nLa grande novit\u00e0 che l\u2019ukiyoe convogliava erano i soggetti, completamente diversi dalla grande pittura parietale aristocratica al servizio dei potenti e dalle scuole classiche di Kyoto. A Edo a dettare gusti e le mode era la classe cittadina emergente, composta soprattutto di mercanti arricchiti che, pur non avendo potere politico, cominciarono a permettersi il godimento del lusso e di intrattenimenti di ogni genere. Ukiyo, che fino ad allora era stato inteso nel senso di attaccamento all\u2019illusorio mondo terreno da cui rifuggire, secondo l\u2019insegnamento buddhista, ora prendeva un senso opposto di godimento dell\u2019attimo fugace e di tutto ci\u00f2 che era alla moda.
\nIn questo senso l\u2019ukiyoe \u00e8 una testimonianza diretta della societ\u00e0 giapponese del tempo, degli usi e dei costumi, delle mode da indossare, dei luoghi naturali e delle vedute urbane pi\u00f9 ricercate. Dalle immagini del teatro kabuki con i volti degli attori pi\u00f9 affermati fino ai quartieri di piacere ravvivati dalla bellezza di cortigiane e geisha altrettanto note, agli spettacoli di danza, musica e di intrattenimenti con ogni forma d\u2019arte. L\u2019ukiyoe, tuttavia, dietro al racconto di nuove mode e stili di vita, lascia trasparire anche una raffinatezza culturale testimoniata dalla diffusione delle arti intese come discipline formative dell\u2019individuo colto, talvolta utilizzate come espediente per aggirare la censura del governo che vietava soggetti legati a cortigiane e attori, nascosti da artisti ed editori sotto velati insegnamenti morali e moralistici.
\nAccanto a dipinti e silografie sono esposti anche strumenti musicali, giochi da tavolo, un soprakimono (uchikake) e accessori del corredo femminile e maschile alla moda, restituendo cos\u00ec la realt\u00e0 di molti oggetti d\u2019arte applicata rappresentati nell\u2019ukiyoe e collezionati a fine Ottocento dai primi artisti e professionisti italiani residenti in Giappone.
\nLA MOSTRA
\nL\u2019esposizione si snoda attraverso un percorso di sette sezioni che accompagnano il pubblico alla scoperta di aspetti molteplici del lungo periodo Edo: culturali, estetici, artistici. sociali, politici ed economici.
dal 20 febbraio al 23 giugno 2024
\ndal marted\u00ec al venerd\u00ec ore 10.00-19.00
\nsabato, domenica e festivi (luned\u00ec 1\u00b0e gioved\u00ec 25 aprile) dalle 10.00 alle 21.00
\nUltimo ingresso un'ora prima della chiusura
\nGiorni di chiusura
\nLuned\u00ec, 1 maggio
CONSULTA SEMPRE LA PAGINA\u00a0AVVISI\u00a0prima di programmare la tua visita al museo.
\n\u00a0Si possono prenotare visite guidate per gruppi e scuole e si possono acquistare visite guidate per singoli.
\nTutti i dettagli su > Visite guidate alla mostra UKIYOE. Il Mondo Fluttuante. Visioni dal Giappone
Promotori
\nRoma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali
Organizzazione e coproduzione
\nSovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e MondoMostre s.r.l.
Supporto organizzativo
\nZ\u00e8tema Progetto Cultura
Progetto scientifico a cura di
\nMondoMostre s.r.l.
\u00a0
\n","tipologia":"Mostra","parole_chiave":null,"nome_sito":"Museo di Roma","immagine":{"src":"https://museonapoleonico.it/sites/default/files/styles/thum_app_lista/public/f_mostraevento/Ukiyoe_1050x545.jpg?itok=5zuNIsh4","alt":""},"sottotitolo":null,"abstract":"La mostra presenta 150 capolavori dell\u2019arte giapponese di epoca Edo, tra il Seicento e l\u2019Ottocento, focalizzandosi su quello che \u00e8 stato il filone artistico pi\u00f9 innovativo del tempo e internazionalmente ancora oggi influente: l\u2019ukiyoe.
\n","biglietti_ingresso":"Biglietto di ingresso secondo la tariffazione vigente
\nBiglietto ridotto SOLO mostra per i possessori di MIC card
Il Museo Carlo Bilotti \u00e8 la sede ideale per ospitare il progetto dell\u2019artista: la collaborazione con la Fondazione Bioparco di Roma inoltre consente di osservare dal vivo alcuni degli animali ritratti dall\u2019artista e protetti al suo interno per rendere possibile un ulteriore approfondimento sulla natura delle specie.
\n1:1 come suggerisce il titolo vede in esposizione 80 opere a grandezza naturale, realizzate con la tecnica di pittura ibrida - cifra stilistica di Felisi - che da sempre pratica un\u2019arte di commistione tra tecniche e linguaggi, modi della tradizione e innovazione tecnologica, trovando nella versatilit\u00e0 la chiave della sua ricerca. Felisi si cimenta per la prima volta nella rappresentazione del regno animale, che vede insieme a opere bidimensionali, alcuni lavori sottratti alla staticit\u00e0 attraverso animazione digitale ottenuta con interventi di digital art.
\nLa mostra \u00e8 nata nell\u2019anima dell\u2019artista nel corso del primo lockdown, nella primavera del 2020. In un periodo drammatico come quello del Covid e di stasi forzata, alcune foto di animali scattate da Felisi durante un viaggio in Senegal hanno suggerito una riflessione sui pericoli che le specie animali stanno correndo a causa del degrado del loro habitat naturale. Attraverso la mediazione dell\u2019arte, Felisi crea cos\u00ec l\u2019idea di un giardino incantato che possa mettere al riparo gli animali da qualsiasi insidia.
\nIl richiamo evidente \u00e8 quello con l\u2019Arca biblica. Ogni Arca \u00e8 fatta di legno e quella creata da Felisi non fa eccezione, motivo per cui per le opere in mostra utilizza grandi tavole di legno. Non mancano i richiami al Contemporaneo. In particolare al \u201cBestiario\u201d realizzato da Andrea Pazienza, una raccolta di disegni, schizzi, illustrazioni del noto fumettista dedicati al mondo animale e alle creazioni per bambini ideate da Bruno Munari, in cui le forme degli animali giocano un ruolo chiave.
National Geographic Italia collabora alla mostra organizzando venerd\u00ec 16 alle ore 18 un incontro tra Manuel Felisi e il Fotografo naturalista Bruno D\u2019Amicis, moderata dal curatore Gabriele Simongini. Il confronto tra i due porter\u00e0 Felisi alla realizzazione di un\u2019opera inedita sulla base di una foto di D\u2019Amicis raffigurante un grande orso marsicano, con l\u2019idea di sensibilizzare il pubblico alla conservazione di questa specie a rischio anche attraverso lo specifico linguaggio dell\u2019artista.
\nAttualmente a Roma, presso l\u2019Aeroporto di Fiumicino al Terminal 1, in sintonia con la mostra allestita al Museo Bilotti, sono in esposizione due opere di grande dimensione di Manuel Felisi dal titolo Vertigine posizionate una di fronte all\u2019altra: una serie di griglie composte da piccole tele vanno a scomporre e a ricomporre fotografie di alberi, ritratti senza foglie e protesi verso il cielo in due momenti diversi nell\u2019arco della giornata, la mattina e la sera. Le opere testimoniano l\u2019intento dell\u2019artista di portare l\u2019attenzione - in un luogo di continuo passaggio - sul mondo della natura e sulla preservazione dell\u2019ambiente.
\nLa mostra \u00e8 accompagnata da un ampio catalogo pubblicato da Gangemi Editore.
\nA cura di Gabriele Simongini.
\nManuel Felisi
\nMilano 1976. Frequenta il Liceo Artistico e l\u2019Accademia delle Belle Arti di Brera. Nella sua pratica artistica si muove tra diversi ambiti includendo nelle sue opere pittura, fotografia e collage per creare installazioni nelle quali traduce e racconta il tempo. Il fil rouge che lega la sua produzione \u00e8 un argomento che riguarda tutti noi, il nostro essere ed esserci, qui ed ora; il tempo con il suo passare cambia le cose, le preserva e le fa dimenticare. Felisi utilizza la fotografia per esprimere un tempo che immobilizza e misura luoghi, oggetti, persone e sentimenti; l\u2019istante dello scatto fotografico non \u00e8 pi\u00f9 una mera operazione meccanica ma diventa il simbolo che lega le diverse tipologie di tempo descritte nell\u2019opera. I suoi lavori sono composti da strati di diversi materiali che seguono uno stesso ordine scientifico, come un rituale che \u2013 dalla pittura alla stampa \u2013 non si confonde mai con la meccanicit\u00e0 e la ripetitivit\u00e0, poich\u00e9 sempre frutto del coinvolgimento e del sentimento che guidano il suo fare artistico.
Presentando il biglietto della mostra all'ingresso del Bioparco di Roma \u00e8 possibile ottenere uno sconto di \u20ac 4,00\u00a0
\n","orario":"dal 17 febbraio al 21 aprile 2024
\nDal marted\u00ec al venerd\u00ec ore 10.00 - 16.00 \u00a0
\nIl sabato e la domenica ore 10.00 - 19.00
\nUltimo ingresso mezz'ora prima della chiusura
\nChiuso luned\u00ec
\nCONSULTA SEMPRE LA PAGINA AVVISI prima di programmare la tua visita al museo
tel 060608 (tutti i giorni ore 9.00 - 19.00)
\nL\u2019esposizione \u00e8 promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali
\nProdotta e organizzata dalla Galleria Russo
\nCon il sostegno del Gruppo Banca del Fucino
\nIn collaborazione con la Fondazione Bioparco di Roma
\nMedia partnership con National Geographic Italia
\nSponsor tecnici
\nElizabeth Unique Hotel Rome
\nD'Ippolito Agenzia di Assicurazione
Scenografico progetto espositivo dedicato al mondo animale: un bestiario raffigurato dall\u2019artista Manuel Felisi su grandi tavole di legno posto in dialogo con il vicino Bioparco, il giardino zoologico pi\u00f9 antico d\u2019Italia.
\n","biglietti_ingresso":"Gratuito
\n","acquisto online":null,"accesso disabili":null,"Sito web di riferimento":null,"giorni_chiusura":"Lun","organizzazione":null,"email":null,"gallery":"1014096","gratis":"1","gratis_con_la_mic":"0"}},{"mostra":{"title":"Rino Gaetano","id":"1013659","data_inizio":"16/02/2024","data_fine":"28/04/2024","domain_id":"19","descrizione":"Parte da Roma il viaggio nel mondo di Rino Gaetano con la prima mostra dedicata al grande cantautore che ha segnato un\u2019epoca nella musica italiana.
\nIconico poeta dallo stile unico e tagliente, con la sua voce ruvida e con i suoi testi apparentemente leggeri e disimpegnati ma pieni di contenuti, ha saputo graffiare societ\u00e0 e politica senza mai nascondersi dietro etichette e maschere, riuscendo, attraverso pensieri anticonformisti e parole semplici, a portare alla luce gli anni bui della nostra nazione.
\nIl songwriter, calabrese di nascita ma romano d\u2019adozione, \u00e8 celebrato con la grande mostra Rino Gaetano, nel quartiere che am\u00f2 e frequent\u00f2 fin dai tempi del Folkstudio. Non a caso Rino ha vissuto a Roma, dove si \u00e8 fatto le ossa nei palcoscenici off e nei teatri con l\u2019ETI Ente Teatrale Italiano, dove ha imparato a evidenziare il messaggio con tutti gli strumenti del teatro.
\nUn\u2019esposizione inedita nata dalla ricerca di materiali, molti dei quali esposti per la prima volta, che documentano l\u2019intero cammino artistico di Rino Gaetano, arricchita da \u2018tante rarit\u00e0\u2019 di assoluto valore, concesse per l\u2019occasione dalla sorella Anna: documenti, foto, cimeli artistici, la raccolta dei dischi, video, strumenti musicali, oggetti, abiti di scena come l\u2019accappatoio indossato durante il Festivalbar all\u2019Arena di Verona e la giacca in pelle utilizzata a Sanremo, manifesti e la collezione di cappelli.
\nLe sue canzoni, innovative e dal forte impegno civile, dopo la prematura scomparsa, sono state riscoperte e diventate veri e propri inni tra le nuove generazioni, usate in teatro, come colonne sonore di film, trasformate in fiction, compilation, street art e festival. La denuncia sociale celata dietro l'ironia delle sue beffarde filastrocche resta ancora attualissima, come la costante lotta contro i tab\u00f9, le mistificazioni, le ipocrisie e i conformismi.
\nNon ha mai avuto bisogno di maestri, rappresentava lui stesso l\u2019onda nuova di una corrente senza eguali. I testi dei suoi brani non vanno presi come racconti realistici, ma bisogna viverli come fossero immagini sorprendenti, idee, suggestioni, poesie che alimentano le due anime della sua ispirazione: quella anarchica e chiassosa e quella poetica e struggente, con momenti di felice fusione espressiva e di divertito abbandono. Tutto questo su musiche dagli impianti ritmici di ferro e arrangiamenti di insolita ricchezza e invenzioni, accompagnati da una vocalit\u00e0 moderna e aggressiva.
\nNei suoi testi, fatti di sberleffi e di battute caustiche additava l\u2019eterna crisi dell\u2019Italia, quella delle auto blu e degli evasori legalizzati di\u00a0Nuntereggae\u00a0pi\u00f9\u00a0con versi come \"vedo tanta gente che nun c\u2019ha l\u2019acqua corrente, e non c'ha niente, ma chi me sente\". O ancora l\u2019esaltazione della forza femminile di\u00a0Gianna\u00a0che \"difendeva il suo salario dall\u2019inflazione\", sino alla sua celebre\u00a0Ma il cielo \u00e8 sempre pi\u00f9 blu, intrisa di luoghi comuni e di misfatti che i \u2018benpensanti\u2019 definiscono progresso, ai quali si contrappone l\u2019indomabile speranza dei \u201csognatori\u201d che vagheggiano \u201cun cielo sempre pi\u00f9 blu\u201d. E poi ancora, ma la lista \u00e8 lunga,\u00a0Berta filava,\u00a0Sfiorivano le viole, che con linguaggio desueto trattava i temi dell\u2019emarginazione. La vetta creativa viene raggiunta con l\u2019album\u00a0Mio fratello \u00e8 figlio unico\u00a0che resta uno dei dischi pi\u00f9 importanti non solo della carriera del cantante, ma in generale della musica italiana.
\nFra il 1973 e il 1980 ha pubblicato sei album attraverso i quali ha dipinto con schiettezza un\u2019Italia che ci assomiglia ancora, ma proprio a causa della sferzante lucidit\u00e0 nell\u2019affrontare temi di stretta attualit\u00e0, ha faticato tanto per farsi conoscere, affrontando i pregiudizi della critica, del pubblico, dei colleghi, dell\u2019ambiente e anche dell'establishment che non vedeva di buon occhio quello strano personaggio che si divertiva a schernire tutti,\u00a0potenti, politici, uomini di potere, facendo nomi e cognomi.
\nCant\u00f2\u00a0Gianna\u00a0e, per la prima volta nella storia del Festival di Sanremo, fu pronunciata la parola \"sesso\"; nel teatro sanremese, all'epoca, l'impressione fu di vedere un \u2018marziano\u2019, per la forza dissacrante di quella performance ispirata pi\u00f9 a Carmelo Bene che ai codici della musica. Non tragga in inganno la popolarit\u00e0 immediata delle sue canzoni: c\u2019\u00e8 molta sapienza nell\u2019uso del sarcasmo, del calembour, del nonsense, in quel particolare mezzo di comunicazione che \u00e8 la canzone, sempre troppo disposta a prendersi sul serio anche quando si tratta di operetta.
\nLa mostra \u00e8 corredata dal catalogo edito da Gangemi Editore che contiene storia, immagini e un lungo elenco di straordinarie testimonianze che aiutano a comprendere tutte le sfaccettature di un uomo considerato uno dei cantastorie di culto della nostra storia. Un viaggio straordinario di memoria collettiva al ritmo delle note delle sue stralunate canzoni e dove la sua arte sar\u00e0 pi\u00f9 viva che mai.
\nNel corso dell\u2019evento \u00e8 possibile assistere alle performance live di Alessandro Gaetano, in trio con la Rino Gaetano Band e con Diana Tejera, che eseguono alcuni mini concerti acustici, consentendo ai visitatori di scoprire e vivere la forza della sua musica; le date sono comunicate sulle pagine web del Museo > www.museodiromaintrastevere.it/it/mostra-evento/alessandro-gaetano-suona-rino-il-poeta-contemporaneo. La rassegna offre allo spettatore l\u2019opportunit\u00e0 di un incontro unico e speciale con l\u2019artista che far\u00e0 scoprire come la sua voce ci parli oggi pi\u00f9 forte che mai.
\n","orario":"Dal 16 febbraio 2024 al 28 aprile 2024
\nDal marted\u00ec alla domenica dalle ore 10.00 alle 20.00
\nUltimo ingresso un'ora prima della chiusura
\nChiuso il luned\u00ec
CONSULTA SEMPRE LA PAGINA AVVISI prima di programmare la tua visita al museo
\n","informazioni2":null,"informazioni":"tel 060608 (tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00)
\nPromossa da
\nRoma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali
Organizzata da
\nC.O.R. Creare Organizzare Realizzare
Sotto il patrocinio
\ndel Ministero della Cultura e della SIAE Societ\u00e0 Italiana degli Autori ed Editori
Media Partner
\nRai e la collaborazione di Rai Teche e Universal Music Publishing Group.
A cura di
\nAlessandro Nicosia e Alessandro Gaetano
Con il supporto organizzativo di
\nZ\u00e8tema Progetto Cultura
A oltre quarant\u2019anni dalla sua morte un omaggio a Rino Gaetano.
\n","biglietti_ingresso":"Consulta la pagina Biglietti
\n","acquisto online":null,"accesso disabili":null,"Sito web di riferimento":null,"giorni_chiusura":"Lun","organizzazione":null,"email":null,"gallery":"1014070","gratis":"0","gratis_con_la_mic":"1"}},{"mostra":{"title":"Statua colossale di Costantino","id":"1013978","data_inizio":"06/02/2024","data_fine":"31/12/2025","domain_id":"2","descrizione":"La statua, alta circa 13 metri, \u00e8 stata realizzata attraverso tecniche di ricostruzione innovative, partendo dai pezzi originali del IV secolo d.C. conservati nei Musei Capitolini.
\nTra le opere pi\u00f9 importanti dell\u2019antichit\u00e0, con i suoi 13 metri circa di altezza, la statua colossale di Costantino (IV secolo d.C.) \u00e8 uno degli esempi pi\u00f9 significativi della scultura romana tardo-antica. Dell\u2019intera statua, riscoperta nel XV secolo presso la Basilica di Massenzio, oggi rimangono solo pochi monumentali frammenti marmorei, ospitati nel cortile di Palazzo dei Conservatori ai Musei Capitolini: testa, braccio destro, polso, mano destra, ginocchio destro, stinco destro, piede destro, piede sinistro.
\nDal 6 febbraio 2024 nel giardino di Villa Caffarelli \u00e8 possibile ammirare, in tutta la sua imponenza, la straordinaria ricostruzione del Colosso in scala 1:1. L'opera \u00e8 stata presentata per la prima volta a Milano dal 17 novembre 2022 al 27 febbraio 2023, in occasione della mostra Recycling Beauty a cura di Salvatore Settis e Anna Anguissola con Denise La Monica.
\nIl Giardino di Villa Caffarelli, dove \u00e8 stata collocata la riproduzione del Colosso di Costantino, insiste in parte sull\u2019area occupata dal Tempio di Giove Ottimo Massimo, che un tempo ospitava la statua di Giove, la stessa forse da cui il Colosso fu ricavato o che comunque ne costituisce il modello di derivazione. I resti del tempio sono oggi visibili all\u2019interno dell\u2019Esedra di Marco Aurelio.
\nIl progetto di ricostruzione della statua colossale di Costantino \u00e8 partito da un importante lavoro di analisi archeologica, storica e funzionale dei frammenti, supportata dalla lettura delle fonti letterarie ed epigrafiche.
\nI nove frammenti in marmo pario, attualmente conservati presso i Musei Capitolini, sono stati rinvenuti nel 1486 all\u2019interno dell\u2019abside di un edificio che al tempo si riteneva il Tempio della Pace di Vespasiano, e che solo agli inizi dell\u2019Ottocento sar\u00e0 correttamente identificato con la Basilica di Massenzio lungo la Via Sacra. Si pensava che appartenessero a una statua dell\u2019imperatore Commodo e, data la loro eccezionale importanza, furono allestiti nel Palazzo dei Conservatori durante i lavori di ristrutturazione dello stesso eseguiti su progetto di Michelangelo tra il 1567 e il 1569. I frammenti sono stati identificati come ritratto colossale dell\u2019imperatore Costantino solo alla fine dell\u2019Ottocento.
\nUn decimo frammento, parte del torace, rinvenuto nel 1951, \u00e8 in procinto di essere trasferito dal Parco Archeologico del Colosseo nel cortile del Palazzo dei Conservatori, accanto agli altri frammenti.
\nLo studio archeologico dei frammenti ha permesso di ipotizzare che il Colosso fosse seduto e che fosse realizzato come acrolito, ovvero con le parti nude in marmo bianco e il panneggio in metallo o in stucco dorato. Secondo uno schema iconografico tipico del tempo, che assimilava l\u2019imperatore alla divinit\u00e0, Costantino \u00e8 rappresentato come Giove con la parte superiore del corpo scoperta e il mantello adagiato sulla spalla; il braccio destro che impugna lo scettro ad asta lunga e la mano sinistra che sorregge il globo.
A fine marzo 2022 un team della Factum Foundation ha trascorso tre giorni nel cortile dei Musei Capitolini per scansionare i frammenti presenti con la tecnica della fotogrammetria.
\nOgni frammento \u00e8 stato modellato in 3D e posizionato sul corpo digitale della statua creata utilizzando come esempio iconografico altre statue di culto di et\u00e0 imperiale in pose simili, tra cui la colossale statua di Giove (I secolo d.C.) conservata al Museo statale Ermitage di San Pietroburgo, probabilmente ispirata allo Zeus di Olimpia ad opera di Fidia e la grande copia in gesso della statua dell\u2019imperatore Claudio, ritratto come Giove, allestita al Museo dell\u2019Ara Pacis.
La complessa operazione di ricostruzione realizzata da Factum ha tenuto conto di molteplici fattori: il tipo di marmo delle parti originali, i restauri e le aggiunte; i dettagli del panneggio mancante e l\u2019aspetto del bronzo dorato di cui era composto; il rapporto tra la ricostruzione e i frammenti superstiti, le condizioni di questi e la loro esatta posizione. Dopo aver ultimato il modello 3D ad altissima risoluzione, si \u00e8 poi proceduto con la ricostruzione materiale del Colosso.
\nResina e poliuretano, insieme a polvere di marmo, foglia d\u2019oro e gesso, sono stati scelti come materiali per rendere le superfici materiche del marmo e del bronzo, mentre per la struttura interna (originariamente forse composta di mattoni, legno e barre di metallo) \u00e8 stato impiegato un supporto in alluminio facilmente assemblabile e rimovibile.
\nIl risultato finale permette di ammirare, in una magnifica illusione, il Colosso nel suo complesso, in cui si distinguono visivamente le \u201cricuciture\u201d tra le parti rimaterializzate e le copie dei frammenti originali presenti nel cortile di Palazzo dei Conservatori.
Contenuti di approfondimento:
\n- Il Colosso di Costantino
\n- The Colossus of Constantine
\n- Le vicende dei frammenti
\n- The history of the fragments
\n- L'allestimento del Colosso a Villa Caffarelli
\n- The display of the Colossus at Villa Caffarelli
\n- Il processo di ricostruzione
\n- The reconstruction process
La ricostruzione digitale del Colosso di Costantino
\n\n","orario":"Dal 6 febbraio 2024
\nTutti i giorni ore 9.30-18.30\u00a0
Tel. 060608 (tutti i giorni ore 9.00 - 19.00)
\nIn collaborazione tra
\nSovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali Fondazione Prada e Factum Foundation for Digital Technology in Preservation
Supervisione scientifica
\nClaudio Parisi Presicce, Sovrintendente capitolino ai Beni Culturali
Promosso da
\nRoma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali
Presentato
\nDall\u2019assessore alla Cultura di Roma Capitale, Miguel Gotor, dal sovrintendente Claudio Parisi Presicce, dal componente del Comitato di indirizzo di Fondazione Prada, Salvatore Settis, e da Adam Lowe, della Factum Foundation for Digital Technology in Preservation
Ai Musei Capitolini, nel giardino di Villa Caffarelli, l\u2019imponente ricostruzione, in dimensioni reali, del Colosso di Costantino.
\n","biglietti_ingresso":"Ingresso gratuito
\n","acquisto online":null,"accesso disabili":null,"Sito web di riferimento":null,"giorni_chiusura":null,"organizzazione":null,"email":null,"gallery":"1014005","gratis":"1","gratis_con_la_mic":"0"}},{"mostra":{"title":"Giancarla Frare - Abitare la distanza","id":"1013688","data_inizio":"25/01/2024","data_fine":"05/05/2024","domain_id":"20","descrizione":"Nome tra i pi\u00f9 autorevoli della grafica italiana, ma anche pittrice, fotografa e poetessa, Giancarla Frare \u00e8 protagonista di una mostra dal taglio antologico che, negli spazi del Casino dei Principi di Villa Torlonia, ripercorre la sua quarantennale carriera.
\nLe opere in esposizione rendono conto di un susseguirsi di progetti concepiti dall\u2019artista come variazioni del grande tema attorno al quale la sua ricerca dall\u2019origine si dipana: la conservazione della memoria attraverso la mappatura di ci\u00f2 che si vuole sottrarre all\u2019oblio. Scabra e minimale eppure densa di contenuto, la sua arte costituisce una ventata di unicit\u00e0 nel sempre pi\u00f9 omologato panorama dell\u2019arte contemporanea, propenso per\u00f2 pi\u00f9 di quanto non si creda a premiare il coraggio di una ricerca svolta all\u2019insegna dell\u2019anticonformismo. Prova ne sia la costante attenzione critica riservata ai suoi lavori presenti in importanti collezioni pubbliche e private non solo italiane, giacch\u00e9 il suo nome ha acquistato negli anni una risonanza internazionale.
A cura di Antonella Renzitti
\n","orario":"dal 25 gennaio al 5 maggio 2024
\ndal marted\u00ec alla domenica ore 9.00 - 19.00
\nultimo ingresso un'ora prima della chiusura
\nGiorno di chiusura: Luned\u00ec
CONSULTA SEMPRE LA PAGINA AVVISI prima di programmare la tua visita al museo
\n","informazioni2":null,"informazioni":"Tel. 060608 (tutti i giorni ore 9.00 - 19.00)
\nPromotori
\nRoma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali
Mostra dal taglio antologico che ripercorre la quarantennale carriera di Giancarla Frare.
\n","biglietti_ingresso":null,"acquisto online":null,"accesso disabili":null,"Sito web di riferimento":null,"giorni_chiusura":null,"organizzazione":null,"email":null,"gallery":"1013899","gratis":"0","gratis_con_la_mic":"0"}},{"mostra":{"title":"Architetture inabitabili","id":"1013673","data_inizio":"24/01/2024","data_fine":"05/05/2024","domain_id":"3","descrizione":"Nata dal desiderio di esplorare il fascino e la complessit\u00e0 di alcune architetture inabitabili in Italia, la mostra ne illustra otto esempi distribuiti su tutto il territorio nazionale attraverso una scelta di immagini che li ritraggono per tipologia, destinazione d\u2019uso ed epoca di costruzione. La mostra \u00e8 promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, organizzata e realizzata da Archivio Luce Cinecitt\u00e0, ideata dalla Presidente di Cinecitt\u00e0 Chiara Sbarigia e curata da Chiara Sbarigia con Dario Dalla Lana. Servizi museali di Z\u00e8tema Progetto Cultura.
\nLe fotografie e i filmati che le illustrano provengono in buona parte dall\u2019Archivio Luce e da altri archivi e istituzioni quali Archivio Alperia, Museo Alta Val Venosta, CISA Andrea Palladio, Fondazione Benetton, Fondazione Burri, Fondazione Dalmine, Archivio Fiat, Archivio Gi\u00f2 Ponti, Archivio Italgas, Museo d\u2019Arte Contemporanea \u201cLudovico Corrao\u201d, Triennale di Milano, Fototeca Trifernate. Tra le circa 150 immagini che fanno parte della mostra, spiccano le foto di grandi autori italiani come Gianni Berengo Gardin, Guido Guidi, Marzia Migliora, Gianni Leone e molti altri. A livello internazionale, si segnalano le immagini di Mark Power, Sekiya Masaaki, Steve McCurry.
\nAppositamente realizzate per la mostra sono poi le bellissime immagini di Francesco Jodice e di Silvia Camporesi, dalle quali \u00e8 stata tratta la copertina di catalogo.
\nLe Architetture Inabitabili raccontate dalla mostra sono:
\n-\u00a0\u00a0 \u00a0il Gazometro di Roma, che emerge come un moderno Colosseo, presenza iconica nei film e nelle serie TV degli ultimi anni e visibile pure dalla Centrale Montemartini, che ospita la mostra e che offre al visitatore un suggestivo confronto tra l\u2019architettura e il mondo circostante;
\n-\u00a0\u00a0 \u00a0il Memoriale Brion ad Altivole, un complesso architettonico progettato dall\u2019architetto Carlo Scarpa e concepito come luogo di sepoltura per la famiglia Brion;
\n-\u00a0\u00a0 \u00a0il campanile semisommerso di Curon, situato nel lago di Resia in Trentino-Alto Adige, affascinante struttura romanica completamente trasformata dalla costruzione di una diga che port\u00f2 alla creazione del lago per scopi idroelettrici, sommergendo il paese (che venne distrutto), e lasciando emergere cos\u00ec solo la torre campanaria;
\n-\u00a0\u00a0 \u00a0il Cretto di Gibellina, installazione commemorativa dell\u2019artista Alberto Burri, un grande sudario di cemento bianco che ingloba le macerie della citt\u00e0 di Gibellina, distrutta nel terremoto del Belice del 1968;
\n-\u00a0\u00a0 \u00a0il Lingotto di Torino, storico e famosissimo complesso architettonico, progettato da Giacomo Matt\u00e9 Trucco, che un tempo ospitava la fabbrica della FIAT, divenendo simbolo della storia industriale della citt\u00e0;
\n-\u00a0\u00a0 \u00a0gli Ex Seccatoi di Citt\u00e0 di Castello, che nel 1966 ospitarono i libri alluvionati di Firenze, che qui vennero \u201ccurati\u201d; perduta definitivamente la loro funzione originaria con l\u2019abbandono della coltura del tabacco negli anni \u201870, dal 1990 ospitano gli ultimi grandi cicli pittorici di Alberto Burri;
\n-\u00a0\u00a0 \u00a0la Torre Branca, originariamente torre littoria, progettata da Gi\u00f2 Ponti, concepita come una struttura temporanea per la Triennale del 1933, caratterizzata da una struttura a traliccio in acciaio e dotata di ascensore che permette ai visitatori di raggiungere la cima e godere di una vista panoramica su Milano; \u00e8 stata restaurata dopo un periodo di relativo abbandono, ed \u00e8 ritornata a essere visitabile dal 2002;
\n-\u00a0\u00a0 \u00a0i Palmenti di Pietragalla, testimonianza dell'ingegno dei vignaiuoli locali, un'architettura rupestre in pietra formata da oltre duecento costruzioni disposte su diverse quote, un tempo utilizzate come laboratori per la produzione del vino, che creano un impatto paesaggistico notevole, evocando atmosfere fiabesche.
Ognuno di questi luoghi, alcuni noti al grande pubblico e altri meno, offre uno sguardo peculiare sulla propria inabitabilit\u00e0 e intrinseca bellezza.
\nIl catalogo, edito da Archivio Luce Cinecitt\u00e0 con Marsilio Arte, \u00e8 arricchito dai testi inediti di otto scrittori che regalano una narrazione personale ed intima dei luoghi, suggerendo ulteriori chiavi di lettura delle architetture: le loro valenze simboliche, affettive, storiche.
\n","orario":"Dal 24 gennaio al 5 maggio 2024
\nDal marted\u00ec alla domenica 9.00-19.00
\nUltimo ingresso un'ora prima della chiusura
\nGiorni di chiusura
\nLuned\u00ec, 1 maggio
CONSULTA SEMPRE LA PAGINA AVVISI prima di programmare la tua visita al museo.
\n","informazioni2":null,"informazioni":"060608 (tutti i giorni 9.00 - 19.00)
\nPromossa da
\nRoma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali
Organizzata e realizzata da
\nArchivio Luce Cinecitt\u00e0
Servizi museali
\nZ\u00e8tema Progetto Cultura
Un nuovo punto di vista sull\u2019architettura, teso a scoprirne una concezione diversa da quella comunemente legata alla funzionalit\u00e0 abitativa.
\n","biglietti_ingresso":"Biglietto di ingresso secondo la tariffazione vigente
\nGratuito per i possessori di MIC card
L\u2019esposizione \u00e8 promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali. Organizzazione Archivio Hilde Lotz-Bauer. A cura di Federica Kappler e Corinna Lotz, figlia di Hilde Lotz-Bauer. Servizi museali di Z\u00e8tema Progetto Cultura.
\nUna vera pioniera della fotografia di strada, o street photography, Hilde Lotz-Bauer ha fotografato l\u2019Italia negli anni Trenta facendo arrivare fino a noi immagini uniche della vita della gente comune, dei luoghi e dei tesori artistici italiani. Hilde Bauer (1907-1999), sposata prima Degenhart e poi Lotz, svilupp\u00f2 un personale ed originale sguardo artistico durante il suo primo soggiorno in Italia tra il 1934 e il 1943. Come mise piede sulla penisola se ne innamor\u00f2 perdutamente. Roma, in particolare, fu un luogo fondamentale per Hilde, vissuto e sentito fino alla fine come la sua vera casa; citt\u00e0 che presso il Cimitero Acattolico ne conserva oggi le memorie.
\nSono circa un centinaio le fotografie che giungono in mostra dall'archivio Hilde Lotz-Bauer a Londra, dai due Istituti Max Planck per la Storia dell\u2019arte \u2013 la Bibliotheca Hertziana di Roma e il Kunsthistorisches Institut a Firenze \u2013 e la collezione del fotografo Franz Schlechter a Heidelberg.
\nFormatasi come fotografa alla scuola di Monaco dopo aver gi\u00e0 conseguito un Dottorato in Storia dell'Arte, arrivo\u0300 a Roma alla fine del 1934 grazie ad una borsa di viaggio presso la Bibliotheca Hertziana lasciando la sua terra natale proprio mentre il nazionalsocialismo prendeva il potere.
\nLa sua carriera e\u0300 iniziata fotografando disegni per il suo primo marito Bernhard Degenhart, celebre studioso di disegno italiano. Successivamente con la sua fotografia accompagno\u0300 le ricerche di numerosi storici dell\u2019arte; in mostra sono esposte immagini dal progetto sui Castelli di Federico II nell'Italia meridionale diretto dallo storico dell\u2019arte Leo Bruhns insieme a una selezione delle fotografie per il progetto sull'urbanistica fiorentina voluto dal direttore dell\u2019istituto fiorentino Friedrich Kriegbaum. Hilde fu l'unica fotografa professionista operante presso gli Istituti Storici di Roma e Firenze, producendo immagini impeccabili di scultura, disegno, architettura e urbanistica.
Contemporaneamente, sia in occasione di progetti su commissione sia per il puro piacere della scoperta, la fotografa percorse quasi tutta l\u2019Italia, da nord a sud, muovendosi tra la gente con la sua piccola Leica portatile catturando la vita delle citt\u00e0 cos\u00ec come delle zone rurali pi\u00f9 isolate, cogliendo quasi senza farsi notare l\u2019umanit\u00e0 tutta che abitava questi territori negli anni del Ventennio fascista.
\nMolto del lavoro artistico della Lotz-Bauer ad oggi conosciuto \u00e8 fortemente incentrato sulle occasioni quotidiane e festive, soprattutto in Abruzzo. Le donne ritratte nella serie su Scanno, immortalate nei loro costumi realizzati a mano, appaiono come opere d'arte viventi. Hilde curava con attenzione la composizione estetica e i dettagli trasformando i reportage in un'opera artistica unica, ricca di spunti personali e documentaristica anche a livello critico e sociale.
\nAlla fine degli anni Settanta, le fotografie di Hilde furono presentate per la prima volta in mostre a Firenze, Bonn e Londra, con buon successo da parte della critica. Nel 1993 collabor\u00f2 con il fotografo Franz Schlechter, il quale restaur\u00f2 e stamp\u00f2 80 immagini scattate con la Leica raffiguranti persone, paesaggi e citt\u00e0 italiane per una personale al Museo Reiss di Mannheim.
In occasione di questa esposizione si presenta l\u2019opera complessiva realizzata nel decennio 1934-1943 mettendo in luce e a dialogo, per la prima volta, i due maggiori aspetti della sua produzione: le commissioni per gli storici dell'arte e la fotografia di reportage, lo sguardo di storica dell\u2019arte e quello di fotografa.
\n","orario":"Dal 17 gennaio al 5 maggio 2024
\nDa marted\u00ec a domenica ore 10.00 - 20.00
\nUltimo ingresso un'ora prima della chiusura
\nChiuso il luned\u00ec, 1 maggio e 25 dicembre
CONSULTA SEMPRE LA PAGINA AVVISI prima di programmare la tua visita al museo
\n","informazioni2":null,"informazioni":"Tel. 060608 (tutti i giorni ore 9.00 \u2013 19.00)
\nPromossa da
\nRoma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali
Organizzazione
\nArchivio Hilde Lotz-Bauer, \u00a0in collaborazione con Officine Fotografiche Roma e Goethe Institut
Media Partner
\nPanzoo, Viviroma.it, Terza Pagina Magazine\u00a0
Con il sostegno dell\u2019Ambasciata delle Repubblica Federale di Germania, di Firecom automotive srl, Fredriksson arkitektkontor AB, di Marie-Th\u00e9r\u00e8se Ficnar-Usteri e di Frances Aviva Blane.
\nServizi museali
\nZ\u00e8tema Progetto Cultura
\u00a0
\n","tipologia":"Mostra|Fotografia","parole_chiave":null,"nome_sito":"Museo di Roma in Trastevere","immagine":{"src":"https://museonapoleonico.it/sites/default/files/styles/thum_app_lista/public/f_mostraevento/Formato%20MIC.jpg?itok=CgXl3QzR","alt":""},"sottotitolo":"Arte e vita nelle fotografie di Hilde Lotz-Bauer","abstract":"Le stampe create dal sapiente occhio della fotografa tedesca Hilde Lotz-Bauer compongono la mostra fotografica ospitata al Museo di Roma in Trastevere.
\n","biglietti_ingresso":"Consulta la pagina Biglietti
\n","acquisto online":null,"accesso disabili":null,"Sito web di riferimento":null,"giorni_chiusura":null,"organizzazione":null,"email":null,"gallery":null,"gratis":"0","gratis_con_la_mic":"1"}},{"mostra":{"title":""La poesia ti guarda". Omaggio al Gruppo 70 (1963-2023)","id":"1013300","data_inizio":"01/12/2023","data_fine":"05/05/2024","domain_id":"15","descrizione":"A sessant'anni da quell'evento la Galleria d'Arte Moderna organizza una mostra-omaggio per quegli artisti che ne hanno determinato la nascita .
\nIl Gruppo 70 \u00e8, infatti, il sodalizio artistico che interpreta in modo pi\u00f9 completo e coerente in ambito italiano il movimento internazionale della poesia visiva. Tra le neoavanguardie quella che maggiormente ha un carattere ibrido e multilinguistico, situandosi in una suggestiva \"terra di mezzo\" fra la scrittura e l\u2019immagine, fra le arti visive e la poesia. L'arte veniva intesa e problematizzata, pi\u00f9 in generale, come parte del complesso sistema della comunicazione.
\nIn occasione di questo anniversario viene allestito un omaggio ai principali esponenti del gruppo - Ketty La Rocca, Lucia Marcucci, Eugenio Miccini, Luciano Ori, Lamberto Pignotti, e inoltre Roberto Malquori e Michele Perfetti \u2013 mettendo in luce le diverse declinazioni estetiche e formali della poesia visiva.
\nLe opere, per lo pi\u00f9 inedite e/o poco conosciute al grande pubblico, provengono dalla collezione della Galleria d'Arte Moderna, dall'Archivio Carlo Palli di Prato, tra le principali raccolte italiane di poesia visiva, dal MART di Rovereto, dall'Archivio Lamberto Pignotti di Roma, dalla Fondazione Bonotto di Colceresa (VI) e da altre prestigiose collezioni private.
\nAccompagnano il percorso espositivo poesie sonore e cinepoesie, libri d'artista e documenti che illustrano in vario modo le premesse teoriche, le ragioni poetiche e gli esiti espressivi del Gruppo 70.
La mostra, a cura di Daniela Vasta, \u00e8 realizzata in collaborazione con Achivio Carlo Palli, Archivio Lamberto Pignotti e Fondazione Bonotto.
\nLa mostra \u00e8 accompagnata da un catalogo edito da De Luca Editori d'Arte, con contributi critici di Daniela Vasta, Patrizio Peterlini e Lucilla Sacc\u00e0, un'intervista inedita a Lamberto Pignotti a cura di Claudio Crescentini, apparati bio-bibliografici a cura di Elena Rosica.
\n","orario":"Dal 1\u00b0 dicembre 2023 al 5 maggio 2024
\ndal marted\u00ec alla domenica ore 10.00-18.30
\n24 e 31 dicembre ore 10.00-14.00
\nUltimo ingresso mezz\u2019ora prima della chiusura
\nGiorni di chiusura
\nLuned\u00ec e 25 dicembre
CONSULTARE SEMPRE LA PAGINA AVVISI prima di programmare la visita al museo
\n","informazioni2":null,"informazioni":"Tel 060608 (tutti i giorni 9-19)
\nPromotori Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali
\nMostra a cura di Daniela Vasta
\nCatalogo De Luca Editori d\u2019Arte
\nIn collaborazione Archivio Carlo Palli, Archivio Lamberto Pignotti, Fondazione Bonotto
\nOrganizzazione Z\u00e8tema Progetto Cultura
Il 24 maggio 1963 si apriva a Firenze, presso il Forte del Belvedere, il convegno \u201cArte e comunicazione\" che \u00e8 considerato dagli studiosi l\u2019atto ufficiale di fondazione del Gruppo 70.
\n","biglietti_ingresso":"Consultare la pagina:\u00a0Biglietti
\n","acquisto online":null,"accesso disabili":null,"Sito web di riferimento":null,"giorni_chiusura":null,"organizzazione":null,"email":null,"gallery":"1013446","gratis":"0","gratis_con_la_mic":"1"}},{"mostra":{"title":"Nel segno di Cambellotti. Virgilio Retrosi artista e artigiano","id":"1013356","data_inizio":"25/11/2023","data_fine":"02/06/2024","domain_id":"20","descrizione":"Amico e allievo di Duilio Cambellotti, Virgilio Retrosi esord\u00ec nel 1911 come ceramista esponendo alla Mostra dell\u2019Agro Romano curata dallo stesso Cambellotti nell\u2019ambito dell\u2019Esposizione internazionale per le celebrazioni dell\u2019unificazione del Regno d\u2019Italia e la proclamazione di Roma capitale.
\nL\u2019attivit\u00e0 dell\u2019artista nel settore della ceramica si svilupp\u00f2 attraverso la collaborazione con il maestro e con i suoi allievi, tra i quali ricordiamo Roberto Rosati e Romeo Berardi.
\nNel 1926 alla mostra annuale degli Amatori e Cultori d'Arte, Retrosi espone la serie dei piatti con i 14 Rioni, acquistati nello stesso anno dal Comune di Roma per le proprie collezioni.
\nContemporaneamente all\u2019attivit\u00e0 di ceramista e decoratore, Retrosi si dedica alla grafica applicata insegnando alla Scuola Preparatoria delle Arti Ornamentali di Roma, realizzando bozzetti per francobolli, manifesti e cartoline e avviando una proficua collaborazione con l\u2019ENIT (Ente Nazionale Italiano per il Turismo), impegno che lo assorb\u00ec totalmente come grafico e fotografo dalla met\u00e0 degli anni Trenta agli anni Sessanta.
Nella mostra alla Dipendenza della Casina delle Civette sono esposti oggetti in ceramica e numerosi disegni, bozzetti e opere grafiche che testimoniano la sua vicinanza al linguaggio del maestro evidenziando, insieme ai forti legami con la tradizione, anche il suo contributo innovativo nei diversi ambiti delle arti applicate.
\nLa mostra propone anche un ricco nucleo di opere inedite appartenenti a collezioni private che permette di confrontare gli elaborati progettuali con alcune delle opere realizzate.
I bozzetti di manifesti, le locandine e le copertine testimoniano la versatilit\u00e0, la fantasia e la particolare qualit\u00e0 grafica del suo segno.
\nNel corso della mostra, per le scuole e le famiglie, sono in programma laboratori didattici dedicati alla fase preparatoria finalizzata alla realizzazione dei manufatti in ceramica con approfondimenti sulle diverse tecniche utilizzate: grafite e pastelli colorati, inchiostro di china, acquerello e tempera.
\nIl catalogo della mostra, a cura della Sovrintendenza Capitolina con testi di Gaia Dammacco, Gloria Raimondi e Francesco Tetro \u00e8 edito da Gangemi Editore.
\n","orario":"Dal 25 novembre 2023 al 2 giugno 2024
\ndal marted\u00ec alla domenica ore 9.00 - 19.00
\nultimo ingresso un'ora prima della chiusura
\nGiorni di chiusura: Luned\u00ec, 25 dicembre
CONSULTA SEMPRE LA PAGINA AVVISI prima di programmare la tua visita al museo
\n","informazioni2":null,"informazioni":"060608 tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00
\nMostra a cura di Gloria Raimondi e Gaia Dammacco
\nPromossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali
\nOrganizzazione e i servizi museali sono a cura di Z\u00e8tema Progetto Cultura
\n","tipologia":"Mostra","parole_chiave":null,"nome_sito":"Musei di Villa Torlonia","immagine":{"src":"https://museonapoleonico.it/sites/default/files/styles/thum_app_lista/public/f_mostraevento/Retrosi%20locandina_1050_545%20nuovo_0.jpg?itok=PY0hX0dq","alt":""},"sottotitolo":null,"abstract":"Il progetto espositivo \u00e8 dedicato a Virgilio Retrosi (Roma 1892-1975), artista presente nelle collezioni del Museo di Roma con i 14 piatti da parata dedicati ai Rioni storici di Roma.
\n","biglietti_ingresso":"Consultare la pagina: Biglietti e audioguide.
\nIngresso gratuito al museo con la MIC card, acquistabile nei musei e online.
\u00abNessuno superer\u00e0 mai Fidia\u00bb
\nAuguste Rodin, L\u2019art, 1911
FIDIA. Protagonista dell\u2019Atene di Pericle, il suo nome \u00e8 noto a tutti per la realizzazione di opere come il Partenone e le sue decorazioni scultoree e i mitici colossi crisoelefantini dell\u2019Atena Parthenos e dello Zeus di Olimpia, una delle sette meraviglie del mondo antico.
\nIl suo genio creativo ha impresso un marchio indelebile nell\u2019immaginario collettivo e continua ad essere fonte di ispirazione per i contemporanei.
\nUna figura importantissima, quasi leggendaria, sebbene circondata da un alone di mistero. Molti dettagli della sua vita sono infatti poco noti e la conoscenza della sua opera si basa prevalentemente su repliche e su fonti letterarie.
La mostra \u201cFIDIA\u201d guida i visitatori in un viaggio inaspettato e sorprendente nella vita, nella carriera e nel clima storico-culturale in cui oper\u00f2 il grande scultore, attraverso una vasta e preziosa selezione di oltre 100 opere - tra reperti archeologici, originali greci e repliche romane, dipinti, manoscritti, disegni, alcuni esposti per la prima volta.
\nLa mostra inaugura un ciclo di cinque mostre, \u201cI Grandi Maestri della Grecia Antica\", dirette a far conoscere al grande pubblico i principali protagonisti della scultura greca. Un ciclo tanto pi\u00f9 significativo a Roma, citt\u00e0 da cui provengono importantissime testimonianze dell\u2019attivit\u00e0 di Fidia e della sua riscoperta dal Rinascimento in poi, tramite le preziose copie romane di capolavori originali per la maggior parte andati perduti.
\nIl percorso espositivo \u00e8 articolato in 6 sezioni: Il ritratto di Fidia; L\u2019et\u00e0 di Fidia; Il Partenone e l\u2019Atena Parthenos; Fidia fuori da Atene; L\u2019eredit\u00e0 di Fidia; Opus Phidiae: Fidia oltre la fine del mondo antico.
\nOltre ad opere provenienti dal Sistema Musei di Roma Capitale - Musei Capitolini, Centrale Montemartini, Museo di Scultura Antica Giovanni Barracco e Museo di Roma \u2013 e da importanti istituzioni italiane, come il Museo Archeologico di Bologna, l\u2019Accademia di Belle Arti di Ravenna, il Museo Archeologico di Napoli e l\u2019Archivio Cambellotti, la mostra vanta prestiti provenienti dai pi\u00f9 importanti musei del mondo, tra cui: Museo dell\u2019Acropoli, Museo Archeologico Nazionale e Museo Epigrafico di Atene; Museo Archeologico di Olimpia; Kunsthistorisches Museum di Vienna; Metropolitan Museum of Art di New York; Musei Vaticani; Museo del Louvre e Museo Rodin di Parigi; Liebieghaus Skulpturensammlung di Francoforte; Ny Carlsberg Glyptotek di Copenhagen; Staatsbibliothek e Staatliche Museen, Antikensammlung di\u00a0 Berlino.
\nIn alcuni casi si tratta di prestiti straordinari, ossia di opere mai uscite prima d\u2019ora dalle loro sedi museali, come i due frammenti originali del fregio del Partenone, pi\u00f9 precisamente un frammento dal fregio nord con oplita, un \u201csoldato greco\u201d, e un frammento dal fregio sud con giovane e bovino, concessi eccezionalmente dal Museo dell'Acropoli di Atene. A questi si aggiungono altri due frammenti originali con cavalieri e uomini barbati provenienti invece dal Kunsthistorisches Museum di Vienna.
\nTra gli altri reperti esposti si segnalano il vaso con incisa la scritta \"Pheidiou eimi\" (Sono di Fidia) proveniente dal Museo Archeologico di Olimpia, uno dei rari oggetti personali appartenuti a un personaggio celebre dell'antichit\u00e0 e giunti fino a noi; la replica dello scudo dell\u2019Atena Parthenos, il cosiddetto scudo Strangford - copia di epoca romana in marmo pentelico dell\u2019originale appartenente alla statua di Atena realizzata in oro e avorio e collocata nella cella nel Partenone - proveniente dalla collezione del British Museum; due statuette in bronzo che rappresentano la figura dell\u2019artigiano (identificato forse anche con lo stesso Fidia), prestiti d\u2019eccezione del Metropolitan Museum of Art di New York e dell\u2019Archaeological Museum of Ioannina, in Grecia; la testa dell\u2019Atena Lemnia in marmo, copia augustea di un originale fidiaco, del Museo Civico Archeologico di Bologna; il Codice Hamilton 254 (Staatsbibliothek zu Berlin), manoscritto quattrocentesco contenente la prima immagine del Partenone arrivata in Europa. Di grande interesse il prestito del cosiddetto taccuino Carrey (1674) della Biblioteca Nazionale Francese, nel quale \u00e8 riprodotta la decorazione del Partenone prima dell\u2019esplosione che lo distrusse nel 1687. \u00c8 inoltre proposto un Modello del tempio di Zeus a Olimpia realizzato nel 1997 da M. Goudin, una ricostruzione parziale in legno di tiglio e noce, prestato dal Mus\u00e9e du Louvre di Parigi.
A supporto dei visitatori anche installazioni multimediali e contenuti digitali: nella terza sezione, dedicata a \u201cIl Partenone e l\u2019Atena Parthenos\u201d viene offerta l\u2019occasione unica di essere trasportati indietro nel tempo e di rivivere la visita del monumento attraverso l\u2019installazione Fidia e il Partenone. Un\u2019esperienza interattiva e coinvolgente ispirata ai modelli della realt\u00e0 virtuale e della realt\u00e0 aumentata. Da una parte, il piano scenografico \u00e8 costituito da una grande proiezione fotorealistica che ricostruisce in 3D Acropoli e Partenone e permette all\u2019utente di muoversi in volo intorno al tempio, cambiando la luce del sole lungo l\u2019arco temporale della giornata, dall\u2019alba al tramonto; dall\u2019altra, un\u2019interfaccia touch offre una sorta di \u201cradiografia\u201d del Partenone e l\u2019accesso a tutti gli approfondimenti scientifici, come l\u2019esplorazione di alcuni dettagli architettonici.
\nTra le attivit\u00e0 collaterali nell\u2019ambito dell\u2019esposizione, la Sovrintendenza Capitolina conferma l\u2019impegno sui temi dell\u2019accessibilit\u00e0, con un programma di visite guidate integrate accompagnate da interpreti LIS - Lingua dei Segni Italiana - grazie alla collaborazione del Dipartimento Politiche Sociali, Direzione Servizi alla Persona di Roma Capitale.
\nSaranno presto disponibili, su prenotazione a richiesta, visite per persone ipovedenti e non vedenti. Sono stati concessi in prestito modelli dal Museo Tattile Statale \"Omero\" e un calco in gesso della Scuola di Arti Ornamentali di Roma Capitale tratto proprio dalla testa di Atena della collezione Palagi, oggi al Museo Civico di Bologna, che \u00e8 stata scelta per il manifesto della mostra.
Infine, a corredo della mostra, il catalogo \u201cFIDIA\u201d edito da \u00abL\u2019ERMA\u00bb di BRETSCHNEIDER. Saggi a cura di Claudio Parisi Presicce, Riccardo di Cesare, Giovanni Marginesu, Massimiliano Papini, Nikolaos Stampolidis, Alessandra Avagliano, Annalisa Lo Monaco, Elena Ghisellini, Eugenio La Rocca, Eloisa Dodero.
\n\nprossimamente
\n\u00a0
\n","orario":"Dal 24 novembre 2023 al 5 maggio 2024
\nTutti i giorni ore 9.30-19.30
\n24 e 31 dicembre ore 9.30-14.00
\nUltimo ingresso un'ora prima della chiusura
Giorni di chiusura
\n25 dicembre
CONSULTA SEMPRE LA PAGINA AVVISI prima di programmare la tua visita al museo.
\n","informazioni2":null,"informazioni":"\u00c8 necessario recarsi a Villa Caffarelli (sede della mostra) muniti di biglietto acquistabile online o presso la biglietteria del museo in Piazza del Campidoglio.
\nTel. 060608 (tutti i giorni ore 9.00 - 19.00)
\nPromossa da
\nRoma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni culturali
Organizzazione
\nZ\u00e8tema Progetto Cultura
Main Sponsor
\nBulgari
Radio ufficiale
\nRadio Monte Carlo
La prima esposizione monografica dedicata al pi\u00f9 grande scultore dell\u2019et\u00e0 classica. Un percorso straordinario nella vita e nell\u2019attivit\u00e0 dell\u2019artista, con oltre 100 opere, alcune esposte per la prima volta, tra reperti archeologici, dipinti, manoscritti, disegni, installazioni multimediali.
\n","biglietti_ingresso":"L'accesso alla mostra \u00e8 consentito ai detentori del\u00a0biglietto d'ingresso secondo la tariffazione vigente
\nPrevendita ONLINE del biglietto solo mostra: intero \u20ac 13,00 - ridotto \u20ac 11,00
Un dialogo ideale e iconografico tra due capolavori marmorei, il ritratto del giovane Ottaviano, che diventa poi Augusto, e quello del primo imperatore di Roma gi\u00e0 insignito del titolo onorifico di Augustus, che diventa parte integrante del suo nome, \u00e8 proposto dalla mostra \u201cImago Augusti. Due nuovi ritratti di Augusto da Roma e Isernia\u201d.
\nIl progetto nasce dalla collaborazione scientifica tra la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per il Molise, unite in questo caso dall\u2019eccezionale rinvenimento di due ritratti di Augusto scoperti recentemente a Roma e a Isernia che, per il loro alto valore iconografico e stilistico, possono offrire al pubblico un valido e interessante apporto nell\u2019ambito degli studi sull\u2019immagine e sulla storia della figura sempre attuale dell\u2019imperatore.
\nTanti gli elementi in comune tra le due opere, a partire dalla recente e inaspettata scoperta rispettivamente negli anni 2019 e 2021 nel corso di indagini archeologiche nelle aree centrali di Roma, nel Foro di Traiano, e di Isernia, nella zona presunta dell\u2019antico foro, fino al comune riutilizzo, in et\u00e0 medievale, come \u201cpuro materiale\u201d edilizio e addirittura di scarto, all\u2019identit\u00e0 del personaggio raffigurato e, non da ultimo, all\u2019elevata qualit\u00e0 artistica dei due esemplari.
\nPer questi aspetti, la mostra Imago Augusti, dopo la tappa romana al Museo dei Fori Imperiali nei Mercati di Traiano, viene allestita anche a Isernia, dal dicembre 2023, nel Museo Archeologico di Santa Maria delle Monache.
Il percorso espositivo sviluppa le tematiche legate ai due ritratti: la scoperta, i contesti e le modalit\u00e0 di reimpiego delle opere, l\u2019iconografia e il valore politico dei ritratti, la figura dell\u2019imperatore. Tutti questi contenuti sono proposti in modo immersivo, attraverso l\u2019utilizzo di videoproiezioni, che, in parallelo, consentono di entrare nello scavo di via Alessandrina, viaggiare nei paesaggi molisani fino a Isernia e, infine, rivivere l\u2019emozione delle due inattese scoperte.
\nIl recente scavo di via Alessandrina, nell\u2019area del Foro di Traiano, ha ripreso un progetto pi\u00f9 ampio di indagini estensive dei Fori Imperiali condotte negli anni del Giubileo del Duemila.
\nNel caso di Isernia, il ritrovamento della testa di Augusto \u00e8 avvenuto nel corso dei lavori di ripristino di un tratto di cortina delle mura urbiche crollato a causa di un violento temporale nel marzo 2013.
Le peculiari modalit\u00e0 di tali rinvenimenti non forniscono indicazioni certe sul contesto originario dei ritratti e dunque sullo specifico messaggio ideologico e politico di cui essi dovevano essere portatori. \u00c8 tuttavia innegabile che si tratti di due capolavori unici che si inseriscono a buon diritto nel gi\u00e0 ricco panorama delle immagini del princeps, la cui ampia diffusione nell\u2019Urbe e nelle aree periferiche italiche si qualifica storicamente come funzionale alla costruzione di un consenso sempre pi\u00f9 ampio nei territori dell\u2019impero.
\nNell\u2019approfondimento storico, iconografico e stilistico dei due ritratti, l\u2019analisi dei dettagli fisionomici ne consente l\u2019inquadramento in due momenti diversi: nella raffigurazione di via Alessandrina un giovane Ottaviano esprime il carattere forte e determinato dell\u2019erede di Giulio Cesare; nell\u2019altra si percepisce la dimensione pi\u00f9 matura e riflessiva dell\u2019uomo divenuto titolare di un potere illimitato. Il linguaggio figurativo elaborato tra il 40 e il 38 a.C. per il poco pi\u00f9 che ventenne Ottaviano si evolve infatti in quello del politico ormai affermato al quale il Senato decise di conferire nel 27 a.C. il titolo onorifico di Augustus, che diventer\u00e0 parte integrante del suo nome.
Proprio basandosi sulle diverse cronologie dei ritratti e sulla suggestiva conformazione spaziale semiellittica, l\u2019ultimo ambiente del Museo dei Fori Imperiali \u00e8 stato concepito come un teatro nel quale i visitatori, a orari regolari, possono assistere a un dialogo immaginario tra le due anime di Augusto, e al contrasto tra una personalit\u00e0 giovane e idealista e una pi\u00f9 matura e pragmatica, dando voce ad una contrapposizione sempre attuale. Una formulazione espositiva capace di coinvolgere un pubblico diversificato e ampio attraverso l\u2019esperienza innovativa della teatralizzazione, nella quale i reperti diventano oggetti \u201cparlanti\u201d che interagiscono tra loro e con il pubblico.
\nLa mostra, infine, si propone come progetto di valorizzazione culturale accessibile e inclusivo sotto molteplici aspetti.
\nGrazie al servizio dedicato del Dipartimento Politiche Sociali e Salute - Direzione Servizi alla Persona, affidato alla Cooperativa Sociale Onlus Segni di Integrazione - Lazio, i testi del dialogo teatralizzato e dei pannelli didattici sono stati tradotti in LIS (Lingua dei Segni Italiana), registrati e fruibili gratuitamente attraverso QR code. Allo stesso tempo, per permettere la fruizione e la mobilit\u00e0 in autonomia nelle sale espositive ai non vedenti, sono state realizzate sui modelli 3D le copie in marmo sintetico a grandezza naturale dei due ritratti di Augusto, con didascalie in italiano/inglese e alfabeto Braille e una planimetria col percorso della mostra in italiano e alfabeto Braille. L\u2019offerta didattica \u00e8 completata da visite guidate (in definizione) accompagnate da operatori specializzati e laboratori integrati.
\nInoltre, in programma dopo l\u2019estate anche il nuovo calendario dei \u201cMarted\u00ec da Traiano\u201d dedicato ad approfondimenti di tematiche inerenti la mostra e, pi\u00f9 in generale, alla figura di Augusto e delle sue immagini.
Dal 29 giugno al 26 novembre 2023, PROROGATA AL 7 APRILE 2024
\nTutti i giorni 9.30-19.30
\nUltimo ingresso un'ora prima della chiusura
\nGiorni di chiusura
\n1 maggio e 25 dicembre
CONSULTA SEMPRE LA PAGINA AVVISI prima di programmare la tua visita al museo.
\n","informazioni2":null,"informazioni":"Tel. 060608 (tutti i giorni ore 9.00 \u2013 19.00)
\nPromosso da
\nRoma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, e dal Ministero della Cultura, Soprintendenza ABAP Molise
A cura di
\nClaudio Parisi Presicce, Beatrice Pinna Caboni, Dora Catalano e Maria Diletta Colombo
Organizzazione
\nZ\u00e8tema Progetto Cultura
In esposizione due inedite teste-ritratto dell\u2019imperatore Augusto scoperte recentemente durante le indagini archeologiche condotte a Roma e a Isernia.
\n","biglietti_ingresso":"L\u2019accesso alla mostra \u00e8 consentito ai detentori del biglietto d'ingresso secondo la corrente tariffazione comprese mostre
\nIngresso gratuito per i possessori della MIC card
Dopo circa due anni di un accurato e specialistico restauro da parte dei tecnici dell\u2019ICR la scultura di Venanzo Crocetti ritorna alla GAM. Acquistata nel 1960 dal Comune di Roma a seguito della VIII Quadriennale Nazionale d\u2019Arte, l\u2019opera rappresenta una delle prime sculture di Crocetti di grande formato dedicate al tema della danza, che gi\u00e0 compare in vari bozzetti degli anni Quaranta e che, a partire dalla fine degli anni Cinquanta, diventer\u00e0 tema ricorrente all\u2019interno della sua produzione ma anche icona simbolo per molti scultori figurativi del secondo Novecento.
\nLa mostra \u00e8 il risultato di un lungo lavoro di condivisione d\u2019intenti fra istituzioni pubbliche e private con l\u2019obiettivo di valorizzare al meglio le opere presenti nelle collezioni della Sovrintendenza Capitolina.
\nL\u2019esposizione anticipa anche le celebrazioni del Centenario della Galleria d\u2019Arte Moderna di Roma (1925-2025) durante le quali sar\u00e0 dato risalto alla collezione contemporanea del museo con una serie di mostre, eventi ma anche di restauri eccellenti, come nel caso dell\u2019opera di Crocetti attualmente presentata al pubblico.
\n","orario":"Dal 23 giugno 2023 al 14 gennaio 2024 - prorogata al 26 maggio 2024
\ndal marted\u00ec alla domenica ore 10.00-18.30
\n24 e 31 dicembre ore 10.00-14.00
\nUltimo ingresso mezz\u2019ora prima della chiusura
\nGiorni di chiusura
\nLuned\u00ec e 25 dicembre
CONSULTARE SEMPRE LA PAGINA AVVISI prima di programmare la visita al museo
\n","informazioni2":null,"informazioni":"Tel. 060608 (tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00)
\nPromossa e organizzata da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale, Sovrintendenza Capitolina ai Beni culturali con Ministero della Cultura - Istituto Centrale per il Restauro e Fondazione Venanzo Crocetti
\nA cura di Claudio Crescentini, Carla Ortolani e Livia Sforzini
\nSupporto organizzativo Z\u00e8tema Progetto Cultura
Esposizione alla GAM in collaborazione con Ministero della Cultura - Istituto Centrale per il Restauro e Fondazione Venanzo Crocetti.
\n","biglietti_ingresso":"Consultare la pagina:\u00a0Biglietti
\nConsigliato il preacquisto online \u00a0
Durante i lavori tutt\u2019ora in corso per la realizzazione della stazione della Metro C di Porta Metronia, \u00e8 stato rinvenuto un frammento di vetro, in origine il fondo di un bicchiere o di una coppa, recante l\u2019immagine della personificazione della citt\u00e0 di Roma effigiata su foglia d\u2019oro e rappresentata, secondo l\u2019iconografia diffusa, con l\u2019elmo e la lancia. \u00c8 stata fin da subito evidente l\u2019eccelsa fattura del pezzo, databile al IV secolo, quindi alla piena et\u00e0 imperiale. Si tratta inoltre di un unicum, in quanto non sono attualmente attestati altri reperti in vetro decorati con questa iconografia.\u00a0
\nL\u2019esposizione, realizzata dalla Sovrintendenza Capitolina in collaborazione con la Soprintendenza Speciale di Roma Archeologia Belle Arti e Paesaggio, rappresenta pertanto la straordinaria opportunit\u00e0, per il pubblico dei Musei Capitolini, di poter ammirare un pezzo di grande rilievo dal punto di vista storico-artistico, oltre che di evidente valore simbolico rispetto alla citt\u00e0 di Roma.
\nProprio in considerazione dell\u2019alto valore rappresentativo che la raffigurazione riveste,\u00a0 l'immagine \u00e8 stata utilizzata come effigie della medaglia commemorativa che viene tradizionalmente coniata in occasione del Natale di Roma.
Dal 21 aprile all'1 ottobre 2023 - prorogata al 5 maggio 2024
\nTutti i giorni ore 9.30-19.30
\nUltimo ingresso un'ora prima della chiusura
Giorni di chiusura
\n1 maggio
CONSULTA SEMPRE LA PAGINA AVVISI prima di programmare la tua visita al museo.
\n","informazioni2":null,"informazioni":"Tel. 060608 (tutti i giorni ore 9.00 - 19.00)
\nPromossa da
\nRoma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale, Sovrintendenza Capitolina ai Beni culturali in collaborazione con Soprintendenza Speciale di Roma Archeologia Belle Arti e Paesaggio
Organizzazione
\nZ\u00e8tema Progetto Cultura
In esposizione per la prima volta, il vetro dorato con la personificazione della citt\u00e0 di Roma, rinvenuto nel corso degli scavi per la realizzazione della stazione della Metro C a Porta Metronia.
\n","biglietti_ingresso":"L' accesso alla mostra \u00e8 consentito ai detentori del\u00a0biglietto d'ingresso secondo la corrente tariffazione.
\nIngresso gratuito per i possessori della MIC card
In due sale di Palazzo Clementino ai Musei Capitolini, accanto al Medagliere, una preziosa selezione di oltre 660 marmi policromi di et\u00e0 imperiale provenienti dalla collezione capitolina e dalla Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli. Grazie ad un comodato gratuito decennale, l\u2019allestimento offre una visione sull\u2019immensa quantit\u00e0 di pietre importate a Roma: un\u2019occasione unica per ripercorrere, attraverso forme, colori e fantasie, la storia millenaria della capitale da un punto di vista artistico ma anche socioculturale, politico ed economico. L\u2019uso dei marmi policromi caratterizz\u00f2 infatti in modo determinante l\u2019architettura romana di et\u00e0 imperiale.
\nL\u2019allestimento si sviluppa in due sale. Nella prima sono esposti 82 frammenti policromi provenienti dalla Fondazione Santarelli; l\u2019altra ospita due coppie di campionari, una del primo \u2019800 con 422 pezzi, sempre della Fondazione, l\u2019altra pertinente alla collezione Capitolina, iniziata nella seconda met\u00e0 dell\u2019800 dalla famiglia Gui e costituita da 288 formelle. Nella stessa sala \u00e8 presente anche una testa di Dioniso montata su busto non pertinente femminile (composta da otto tipologie marmoree diverse e una selezione di strumenti per la lavorazione del marmo provenienti dalla bottega Fiorentini).
\nIn loop viene proiettato un documentario, a cura di Adriano Aymonino e Silvia Davoli, che ripercorre la storia di queste materie giunte a Roma in relazione alla politica di espansione dell\u2019impero.
L\u2019allestimento vuole raccontare la stretta connessione tra la presenza di materiali non-autoctoni alla citt\u00e0 di Roma e l\u2019espansione politica, economica e geografica dell\u2019antico Impero Romano, tracciando territori e reti geografiche attraverso la storia e la memoria.
\nInfatti, poich\u00e9 le grandi strade dell\u2019impero partono dal centro della citt\u00e0 antica, la collocazione dei marmi rispecchia le cardinali da cui giunsero a Roma.
\nNe consegue un colpo d\u2019occhio istruttivo, che indica le civilt\u00e0 pi\u00f9 avvezze alla lavorazione del marmo al momento della conquista romana.
L\u2019uso di alcuni marmi colorati risale al Neolitico o alla tarda et\u00e0 del bronzo, come il duro serpentino verde. In Egitto i faraoni sfruttarono qualit\u00e0 diverse e l\u2019ultima loro dinastia, i Tolomei (305 \u2013 30 a.C.), ampli\u00f2 il repertorio con porfidi e alabastri, che saranno in seguito apprezzati a Roma. Qui prevalse a lungo il rifiuto del lusso, preferendo idee e materie tratte dalla tradizione. L\u2019introduzione di alcuni marmi colorati risale al periodo repubblicano, come il giallo antico e il pavonazzetto, mentre la loro diffusione \u00e8 da collegarsi all\u2019imperatore Augusto. Il maggior assortimento di marmi colorati risale ai Flavi (69-96 d.C). Molte cave divennero imperiali con gli Antonini, che accrebbero quelle extra italiche. Le tinte erano ravvivate da levigature, grassi o cere e dovevano correlarsi a dipinti e decorazioni, andati quasi tutti perduti.
\nEstrazione, lavorazione e trasporto necessitavano di moltissimi addetti, i quali dovevano essere bene addestrati e disciplinati. \u00c8 possibile che Augusto e i successori abbiano voluto deliberatamente finanziare queste attivit\u00e0 anche per favorire l\u2019amalgama etnica e sociale entro l\u2019enorme estensione dell\u2019impero, volendo coinvolgere economicamente i popoli conquistati. I costi furono comparabili a quelli di campagne militari e devono aver avuto motivazioni adeguate. Ma il motivo non \u00e8 del tutto chiaro. \u00c8 stato interpretato come desiderio del lusso, di aumento del gettito fiscale e di rappresentazione simbolica dell\u2019estensione imperiale.
\nLa progressiva dissoluzione militare, politica, amministrativa ed economica occidentale, che corrisponde all\u2019Alto Medioevo, vide chiudere la maggioranza delle cave e successivamente la forte tendenza al riuso di materiali antichi. Si and\u00f2 sviluppando un\u2019arte nuova, che avrebbe sfruttato in modo originale i marmi colorati. Si diffusero i pavimenti con lastre reimpiegate intere o sminuzzate, a formare motivi geometrici. Le tinte di qualche marmo antico echeggiarono nell\u2019architettura romanica e gotica, in Toscana e in altre regioni, facciate e campanili striati di bianco e di rosso (o verde), imitavano il porfido e il serpentino, come fece pi\u00f9 esattamente anche la pittura trecentesca.
\nNella pi\u00f9 organica ripresa dell\u2019antico, il Rinascimento, si nota un dato contraddittorio e trascurato: le vive tinte di Roma furono sbiadite o reinventate. Un cambiamento si deve alla maturit\u00e0 di Raffaello, nelle Stanze vaticane, a partire da quella dell\u2019Incendio (1514-1517), dove sono congruamente dipinte diverse pietre colorate. A met\u00e0 Cinquecento a Firenze si svilupp\u00f2 la tars\u00eca marmorea (dal 1588 con l\u2019Opificio delle Pietre Dure), che sembra riflettersi nello stile del Bronzino. Si diffusero allora anche i dipinti su ardesia e poi su altre qualit\u00e0 lapidee.
\nI vivi colori di Roma innescarono presto un luogo comune: sarebbero stati eccessivi, corrompendo la misurata semplicit\u00e0 greca. \u00c8 un\u2019idea che riemerge nella storia dell\u2019arte, nei giudizi su Manierismo e Barocco quali degenerazioni dell\u2019equilibrio rinascimentale. Nel primo Rinascimento, quei colori dovevano vedersi meglio di ora, specialmente nei marmi, che non avevano subito secoli di spoglio, n\u00e9 l\u2019azione dell\u2019inquinamento. Eppure tante immagini della citt\u00e0 li mostrano sbiaditi, fino al Neoclassicismo e ancora oltre. Pu\u00f2 darsi che quel \u201cfiltro\u201d servisse a rendere credibili le immagini riferite al passato, poich\u00e9 qualcosa di simile si vede nel flashback cinematografico, spesso in bianco e nero o con colori alterati. Tali modifiche possono aver aiutato ad usare l\u2019immagine artistica come macchina del tempo.
\n","orario":"Dal 13 aprile 2022
\nTutti i giorni ore 9.30-19.30\u00a0
\n24 e 31 dicembre ore 9.30-14.00
\n1 gennaio 2023 ore 11.00 - 19.30
\nUltimo ingresso un'ora prima della chiusura
\nGiorni di chiusura
\n1 maggio e 25 dicembre
CONSULTA SEMPRE LA PAGINA AVVISI prima di programmare la tua visita al museo.
\n","informazioni2":null,"informazioni":"Tel. 060608 (tutti i giorni ore 9.00 - 19.00)
\nL\u2019allestimento \u00e8 promosso da
\nRoma Culture - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e dalla Fondazione Santarelli
A cura di
\nVittoria Bonifati
Curatore scientifico
\nAndrea G. De Marchi\u00a0
Progetto di allestimento Cookies (Alice Gr\u00e9goire, Cl\u00e9ment P\u00e9riss\u00e9, Federico Martelli)
\nServizi museali di
\nZ\u00e8tema Progetto Cultura
Catalogo edito da
\nTreccani
In esposizione un\u2019ampia panoramica sull\u2019uso dei marmi colorati, dalle origini fino al XX secolo, attraverso una raffinata selezione di pezzi provenienti dalla Fondazione Santarelli.
\n","biglietti_ingresso":"L\u2019accesso alla mostra \u00e8 consentito ai detentori del biglietto d'ingresso secondo la corrente tariffazione.
\nIngresso gratuito per i possessori della MIC card
Una serie di murale che va a confrontarsi stilisticamente con lo stendardo esterno, collocato sulla facciata del Padiglione Piacentini, adiacente all\u2018entrata della GAM. Un segno del contemporaneo nella citt\u00e0 storica sempre by StenLex, sotto il segno della \u201cRinascita\u201d.
\nDel resto, rinascita, come rinnovamento e rigenerazione, \u00e8 uno dei temi ideali percorsi da StenLex, pionieri dello stencil poster, che li ha resi tra i\u00a0muralisti italiani pi\u00f9 celebri a livello internazionale.
\nIl duo StenLex, che giocano sull'ambiguit\u00e0 dell'irriconoscibilit\u00e0, \u00e9 formato da un'artista romano e da una tarantina, classe \u201979-\u201980. I loro nomi compaiono per la prima volta sui muri romani nel\u00a02001\u00a0con forti richiami al cinema, all\u2019arte sacra e alla cultura pop, prima separatamente, realizzando ritratti di personaggi dei b-movies italiani e telefilm americani anni \u201970 come Hitchcock, Orson Welles e Bergman. A partire dal 2005, le loro strade e i loro nomi si uniscono, sprigionando il doppio dell\u2019energia e della creativit\u00e0 nelle loro opere. Passando dai volti iconici di francobolli e banconote ai disegni e poster su carta velina, arrivano alla creazione di quella che definiscono\u00a0Hole School, introducendo la mezzatinta nello stencil, figure optical composte da pixel o linee.
\nDal 2010 al 2013, realizzano ritratti di persone anonime su grandi facciate, per lo pi\u00f9 studenti e professori ripresi da annuari universitari degli anni \u201960-\u201990: \u00e8 questo il periodo dove pi\u00f9 si allontanano dall\u2019iconografia Pop per dare spazio a personaggi sconosciuti appartenenti alla classe media.
\nLa costante sperimentazione, che costituisce il segno della loro arte, conduce presto i due artisti all\u2019invenzione dello \u201cstencil poster\u201d, una tecnica basata sullo stencil, che si ispira alle incisioni classiche e alle stampe odierne, designandoli come \u201cincisori del nuovo millennio\u201d. Lo Stencil Poster consiste nell\u2019incollare un poster a parete come fosse carta da parati che poi viene dipinto e infine lasciando che gli agenti atmosferici, sostituendosi agli artisti, rivelino l\u2019opera finale distruggendo la matrice di carta e facendo emergere il dipinto sottostante. Questo processo va contro l\u2019utilizzo principale dello stencil che \u00e8 la sua riproducibilit\u00e0, la matrice decadendo rende l\u2019opera \u201cunica\u201d e non pi\u00f9 replicabile, un paradosso della tecnica.
\nIl loro stile si evolve ancora in maniera sorprendente dal 2013, epoca in cui i due artisti virano dal\u00a0figurativo\u00a0verso la composizione di forme, linee e paesaggi\u00a0astratti, subendo l\u2019influenza di artisti quali Kandinskij, Mir\u00f2, Dorazio, Twombly, Sol LeWitt, e Frank Stella ma non abbandonando mai la strada, luogo dove tutto ha avuto inizio.
\nApprezzati non solo in Italia, nel\u00a02008 vengono invitati da Banksy al suo Cans Festival\u00a0a Londra e, sempre pi\u00f9 richiesti, negli anni seguenti iniziano a lavorare superfici immense creando opere gigantesche per alcuni dei pi\u00f9 importanti festival a livello internazionale come il Nuart Festival di Stavanger in Norvegia (2008, 2010), il Living Walls di Atlanta negli USA (2012), il Katowice Street Art Festival in Polonia (2013), il Palma festival a Caen in Francia (2019) e molti altri. Nel 2014, l\u2019Istituto di Cultura Italiano li supporta per realizzare una facciata a Shangai, dal titolo \u201cVulcano\u201d.
Nel 2014 realizzano \u201cArazzo\u201d al Foro Italico di Roma. Lo stesso anno partecipano a mostre collettive in musei di arte contemporanea come il Maco di Oaxaca in Messico, la Caixa Cultural di San Paolo in Brasile e il Cafa Museum in Beijing.
\nTra i loro ultimi progetti \u00e8 da ricordare la partecipazione alla mostra \u201cCross the Streets\u201d, al MACRO di Roma nel 2017.
Dal 17 settembre 2020 all'8 maggio 2022 - prorogata al 26 maggio 2024
\ndal marted\u00ec alla domenica ore 10.00 -18.30
\nUltimo ingresso mezz'ora prima della chiusura
\nGiorni di chiusura
\nLuned\u00ec e 25 dicembre
CONSULTARE SEMPRE LA PAGINA AVVISI prima di programmare la visita al museo
\n","informazioni2":null,"informazioni":"Tel. 060608 (tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00)
\nPromossa da
\nRoma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale, Sovrintendenza Capitolina ai Beni culturali e Wunderkammern Gallery, organizzata in collaborazione con Z\u00e8tema Progetto Cultura
Realizzato sulle pareti del chiostro-giardino l'intervento in stencil poster site specific dall'emozionante titolo \"Rinascita\", appositamente realizzato per la Galleria in collaborazione con Wunderkammern Gallery.
\n","biglietti_ingresso":"Consultare la pagina:\u00a0Biglietti
\nConsigliato il preacquisto online \u00a0