Dominique Vivant Denon (1747-1825), Battaglia delle Piramidi, disegno, cm 37x73. Londra, British Museum
Denon in questo disegno caratterizza molto bene il paesaggio; con vivacità e una certa fluidità di tratto vuole rendere "l’immagine di una carica di Mamelucchi, di cui sono stato più volte testimone, e di cui mi hanno sempre colpito la rapidità, l’abbandono, la dedizione e la bravura cavalleresca; ho voluto rendere anche l’effetto della mitraglia su questa cavalleria, che veniva a sfidarla fino alla bocca del cannone". Una cavalleria che era "la migliore cavalleria dell’Oriente, forse del mondo intero". Denon gioca sull’elevazione dell’avversario, amplificando il valore della vittoria.
Si vede come Denon è interessato a esprimere nei suoi disegni sia la spontaneità del momento che la verità della natura. In questo caso, in una scena sicuramente grande e terribile, mette a contrasto (secondo la sua dichiarazione) la confusione di polvere e fumo e lotta che agita la parte più bassa dell’ atmosfera con l’ordine immutabile della natura, che si impone con una vastità e calma silenziosa, e l’indifferenza del sole che continua a compiere il suo percorso.
Denon riesce a rendere il movimento generale, con l’autenticità del testimone oculare in una descrizione che sarà di base per i dipinti celebrativi, con lo stesso soggetto, realizzati nel 1806 da Lejeune e Hennequin , oltre che per il grande schizzo di Vincent. Lejeune, e in minor misura Vincent, presentano, in una composizione geometrizzata, un chiaro contrasto morale tra le truppe francesi rappresentanti dell’ordine storico e il caos e la barbarie degli orientali.
Il dipinto di Hennequin è molto più vicino al disegno di Denon.
Teresa Zambrotta